Sara RussoSara Russo

Un match di sensibilità al femminile – Domenica 13 alle ore 17.00, nello spazio espositivo del laboratorio d'arte di Vedano Olona, inizierà il match artistico tra la scultrice, Sara Russo e la pittrice, Maurizia Frulli. Non si tratta di una lotta di supremazia tra modalità espressive diverse, bensì di volontà che vogliono esprimersi, di personalità forti, che hanno in comune l'elemento propulsivo della propria ricerca: il corpo, meglio, il ‘proprio' corpo. Entrambe lo percepiscono come realtà imprescindibile della loro arte, perché strumento attraverso il quale, con modalità diverse, esprimono la propria interiorità al fine di comprendere se stesse e superare la barriera dell'oggettività. E' interessante scoprire, che la loro conoscenza risale appena a due anni fa, e quindi la loro ricerca l'hanno compiuta contemporaneamente e parallelamente. Questa mostra è il segno tangibile del loro stupore di essersi incontrate artisticamente e aver scoperto molti punti di convergenza nel "sentire" allo stesso modo e poi, di esprimersi con linguaggi diversi.

La terra imbrigliata da ragnatele impalpabili – Le terrecotte di Sara Russo sono sculture appese a fili, che non le ‘assicurano' almeno visivamente al supporto murario, anzi, rendono l'opera instabile e fragile. Poi, ci si avvicina e ci si accorge che i fili sono anche dentro alla pancia, al busto, alle spalle di terracotta e l'artista in particolare ne predilige una: "Quale?" chiedo, e mi mostra la prima alla sua sinistra, quella che rappresenta una pancia, che è ferita oppure arricchita di fili sottili che la tagliano o l'abbelliscono in un ordito regolare che l'attraversa. Sono bianchi e trasludici ed emergono visivamente perché immersi in una terracotta, che ha un colore opaco, grigio perla. Sono fili di tessuto molto sottili, che precedentemente ha immerso in bianca porcellana liquida, che, dopo la cottura, ha imbrigliato i fili in cicatrici preziose e fragili. Ogni opera ha una sua tonalità, ogni terra ha la sua personalità . Sara spiega, che sono tutte monocotture e, a seconda della temperatura e del tipo di terra, si ottengono alcuni effetti rispetto ad altri. Infatti, si nota che la materia è opaca, lei, che domina l'arte della ceramica, in queste sue ultime opere in ordine di tempo, ha scelto la materia grezza, dai colori tenui e porosi rispetto ai trasludici e brillanti.

La pelle che diventa vestito – Poi, più in là, vi è una creta color carne: sulla gamba, il ginocchio e la coscia vi è un ricamo, un pizzo lavorato e delicato – la pelle che diventa vestito – dice Sara. Due braccia aperte, che simulano un abbraccio, volante, che si liberano dalla ragnatela di fili e si librano nell'aria, ecco l'opera che imprevidibilmente ha sofferto, fisicamente di più, l'artista. Quelle braccia aperte sono le sue, prima il calco in gesso, sulla sua pelle, poi la cottura, dell'opera in terracotta ricavata dal calco, con tutte le attenzioni, le fragilità di un'opera di circa due metri, gli interventi di foglie di porcellana, che sembrano piume e poi, l'allestimento originale e pensato di notte e realizzato insieme ad un'amica artista di nome Marika.

Maurizia FrulliMaurizia Frulli

San Sebastiano e Nike – Convivono in Maurizia Frulli due modi espressivi, che esprimono la sua personalità di artista. Spiega, come la sua ricerca, sia partita, dapprima dal corpo delle modelle, emaciate, magrissime e poi, sia passata all'attenzione verso il proprio corpo e dunque verso il proprio sentire. "Conflittuale, perché la donna fa sempre più fatica, ad affermarsi nella sua pienezza" e, dunque, simbolicamente vi sono opere riconducibili metaforicamente a san Sebastiano, ove i corpi rappresentati, il suo corpo rappresentato, è materico di colore pittorico violento, rossi e neri, ma non solo, è imprigionato da supporti rigidi e da materia quale il catrame, la plastica, che lo costringono, il gesto è penetrante, dirompente in una energia apparentemente incontrollata. L'altro volto dell'artista, che lei non rappresenta mai pittoricamente, o lo cancella con pennellate sfumate di catrame usato come acquarello, perché è il ‘suo corpo', che le interessa ed è comunicativo dell'interiorità, che vive in quel momento, è rappresentato dalla Nike, alata, simbolicamente vittoriosa. I colori si fanno più tenui, e le ali spuntano sul corpo raffigurato con mezzi espressivi diversi che suggeriscono la vittoria, o quasi, sulla materia oppure l'accettazione, la comprensione di uno stato, significative le Nike immerse nell'acqua limpida.

La dualità in equilibrio – Presente nella mostra vi è l'una e l'altra espressività di Maurizia, le opere più recenti sono riconducibili intuitivamente alle Nike e trovano una nuova forma di espressività fatta d'impronte del proprio corpo su 'tele lucide', uguali alle fodere dell'abbigliamento femminile e non solo. Diventate supporto pittorico, tese, evidenziano l'impronta del corpo colorato dell'artista in tonalità neutre ed armoniose, invece, lasciate leggere e non stirate, libere di muoversi al fluire dell'aria, suggeriscono la fragilità e l'insicurezza di un corpo che si sdoppia, che ha perso l'equilibrio e torna in uno stato di continua ricerca e di lotta per affermare la propria esistenza.

Maurizia Frulli e Sara Russo
"Corpo a corpo"
13 settembre – 04 ottobre 2009
inaugurazione: domenica 13 settembre alle ore 17.00
segue aperitivo musicale con Sarah De Magistri
"La tana delle costruzioni" laboratorio d'arte
Via Innocenzo XI, n.32
Vedano Olona (Va)
Per info: tel. 347/0794013 – 0332/402230
e-mail: russosara@interfree.it