Novara - Verbania Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/novara/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 20 Nov 2023 08:20:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Novara - Verbania Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/novara/ 32 32 Vennero, videro, vinsero “les italiens à Paris” https://www.artevarese.com/vennero-videro-vinsero-les-italiens-a-paris/ https://www.artevarese.com/vennero-videro-vinsero-les-italiens-a-paris/#respond Sat, 18 Nov 2023 07:00:12 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72568 Novara – Alla incessante serie di esposizioni dedicate alla pittura dell’Ottocento in ogni dove d’Italia si è accodata da qualche giorno, e fino al 7 aprile del prossimo anno, anche quella di Novara che nelle sale del suo Castello Visconteo-Sforzesco squaderna la luminosa vicenda degli Italiens à Paris. Così aveva nominato alcuni artisti suoi amici […]

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Novara – Alla incessante serie di esposizioni dedicate alla pittura dell’Ottocento in ogni dove d’Italia si è accodata da qualche giorno, e fino al 7 aprile del prossimo anno, anche quella di Novara che nelle sale del suo Castello Visconteo-Sforzesco squaderna la luminosa vicenda degli Italiens à Paris. Così aveva nominato alcuni artisti suoi amici il critico loro sostenitore Diego Martelli che ora sembra guardare compiaciuto la rassegna (a cura di Elisabetta Chiodini) dal bel ritratto fattogli da Federico Zandomeneghi nel 1879.

Sono 87 i dipinti presenti tra olii e pastelli, concessi da collezionisti privati o da gallerie specializzate, quasi tutti belli, alcuni bellissimi: tutti insieme concorrono a illustrare gli stimolanti prestiti, ma anche i legami con la cultura d’origine, degli artisti che, attratti dal fervere della Parigi moderna, vi andarono per esser partecipi di codesto gagliardo rinnovamento e, per l’occasione, allargare il loro mercato. Furono bravi ad inserirsi nell’ambiente tanto da confrontarsi senza complessi con gli artisti emergenti della città, facendosi apprezzare e fin diventando loro amici.

Quando si era al liceo il cenno, rapido, agli Italiens si limitava ai nomi di De Nittis, di Boldini sistemati anche ad avamposto del titolo della mostra novarese, e Zandomeneghi, qui invece refusé; ora, grazie al puntuale saggio di Paul Nicholls (Gli italiani e il mercato di Parigi) si viene invece a conoscenza di quanti e quali fossero gli artisti italiani presenti con loro opere ai Salons o alle cinque Esposizioni Universali della seconda metà dell’Ottocento: davvero un gran via-vai, come documenta l’elenco di ben quattro pagine del catalogo, e con inaspettate sorprese. Taluni compaiono una volta soltanto e con un’opera solo come Nomellini o Telemaco Signorini; altri invece sempre, o quasi, presenti, soprattutto al Salon. Uno, Nino Costa, anche tra i Refusés del 1863, insieme al Déjourner sur l’herbe di Manet ritenuto troppo scandaloso per il Salon ufficiale.

Pittore fra i più costanti ai Salons fu Alberto Pasini, del resto parigino per assidua residenza: anche nella Ville Lumière furono molto apprezzate e richieste le sue vedute cariche di evocativa suggestione dei paesi d’Oriente visitati al seguito dell’ambasciatore Burrée: in mostra lo documenta l’affollato Mercato a Costantinopoli luminoso nell’atmosfera e ben studiato nell’impiego dei colori.

Altrettanto piacevano ai collezionisti di Francia i pittori specialisti nell’illustrare il folklore colorato e festoso dei paesi italiani: fra questi l’umbro Alceste Campriani, invero presente solo una volta al Salon, ma in proficuo contatto con il mercante Adolphe Goupil, e Francesco Paolo Michetti che a Novara si deve apprezzare per due tele di grande bellezza: La processione del Corpus Domini a Chieti, filtrata in luminosissimo pulviscolo, e la Mattinata piena di luce e di vita, entrambe destinate al palazzo napoletano in piazza Martiri dove teneva salotto l’influente contessa de La Feld.

Girando di sala in sala vengono incontro altri artisti partecipi all’appuntamento con la Ville Lumière ed è un piacere fermarsi davanti alle non poche tele di Antonio Mancini che dalla città vesuviana, qui allievo di Domenico Morelli e, soprattutto, amico di Vincenzo Gemito, portò a Parigi, dove soggiornò più volte, e anche a Londra, a quei dì altra capitale dell’arte, l’intenso verismo dei suoi scugnizzi (nella foto, Antonio Mancini, Suonatore di chitarra) e delle sue orfanelle esaltato dallo straordinario valore espressivo della stesura pittorica e del colore. E poi Vittorio Corcos, anch’egli al servizio del potentissimo Goupil: all’artista livornese bastava essere nel giro di questa Maison e Salons o altre importanti rassegne potevano passare proprio in secondo piano. La sfilata delle sue jeunes femmes degli anni Ottanta dell’Ottocento, inappuntabili nelle toilettes à la page, diventa preludio ai grandi ritratti d’inizio Novecento: merita una lunga sosta quello di Lina Cavalieri, bellissima, fascinosissima, elegantissima, d’alabastro la carnagione, insomma una perfetta grande dame più che il soprano che sapeva incantare con la sua vocetta principi di Russia e miliardari americani in un vezzoso, scintillante girare di perle.
Con lei siamo proprio negli anni della Belle Époque e Parigi splende di luci; all’Opèra più che per ascoltare le musiche di Halévy e Bizet si va a vedere e a farsi vedere, le signore passeggiano, anche a cavallo, sul Bois de Boulogne e non si perdono le corse e i gran premi a Longchamp. Les italiens sanno cogliere l’atmosfera gaia e svagata della capitale anche perché il ferrarese Boldini, il veneziano Zandomeneghi e il pugliese De Nittis la vivono avendo scelto di risiedervi; propongono soggetti analoghi a quelli degli impressionisti, ma con diversa sensibilità: quasi di velluto Zandomeneghi, vaporosa De Nittis, spavalda Boldini.

Alla mostra novarese sono proprio loro i protagonisti per numero e qualità di opere, anche con autentici capolavori come Westminster (nella foto), memoria del soggiorno londinese di De Nittis, o la Place d’Anvers di Zandò o ancora l’Omnibus à Place Clichy di Boldini che non si stancherebbe mai di ammirare.

Vi sarebbe da scrivere a questo punto delle incomparabili presenze nelle ultime sale, tutto un turbinio di giovani e belle signore dallo chic inappuntabile e dalla classe assoluta, ma non v’è più spazio e se ne scriverà più avanti: le “divine” del resto lo reclamano tutto per loro. (nella foto, Giovanni Boldini, Omnibus à Place Clichy)

Giuseppe Pacciarotti

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“Dentro al Buio” a Domodossola https://www.artevarese.com/dentro-al-buio-a-domodossola/ https://www.artevarese.com/dentro-al-buio-a-domodossola/#respond Fri, 28 Jul 2023 09:33:47 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71137 Domodossola (VB)  -Le Alpi sono da sempre state spunti di ispirazione per racconti e leggende. Nella fantasia popolare qui si aggirano mostri e diavoli, fate e sirene, dee e regine, streghe e fate, draghi, serpenti, basilischi, demoni e bestie.  Storie tramandate di generazione in generazione, di frazione in frazione, di alpeggio in alpeggio, che riflettono […]

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Domodossola (VB)  -Le Alpi sono da sempre state spunti di ispirazione per racconti e leggende. Nella fantasia popolare qui si aggirano mostri e diavoli, fate e sirene, dee e regine, streghe e fate, draghi, serpenti, basilischi, demoni e bestie.  Storie tramandate di generazione in generazione, di frazione in frazione, di alpeggio in alpeggio, che riflettono lo stupore e il rispetto umano per le montagne, luoghi affascinanti e minacciosi; leggende che continuano a contribuire al patrimonio culturale delle comunità alpine…

E’ da queste creature, che da sempre hanno catturato e stregato l’immaginazione, prende avvio l’idea della mostra itinerante  “Dentro al buio. Uomini, bestie e luoghi della fantasia popolare alpina”,  che si inaugurerà sabato 5 agosto alle 21 in Largo Madonna della Neve, davanti all’entrata del Collegio Mellerio Rosmini con passeggiata dialogata.

Un percorso completamente all’aperto lungo la centrale via Rosmini incorniciata dalle riproduzioni, su grandi pannelli, delle opere dei 29 partecipanti, tra illustratori e artisti, italiani e svizzeri. Tra gli artisti : Cristina Amodeo, Eleonora Antonioni, Elenia Beretta, Ilaria Bersellini, Andrea Bettega, Elena Ceccato, Fernando Cobelo, Giuseppe Conti, Giuseppe De Iure, Francesco Frosi, Elisabetta Gomirato, Sara Imboden Reinke, Klara Ittig, Sofia Maltempi, Alice Piaggio, Gabriele Pino, Francesco Poroli, Michelle Ringeise, Agnese Rodari, Carol Rollo, Monique Rubin, Marco Sada, Federico Salis, Federica Santoro, Gina Schmidhalter, Elisa Seitzinger, Martina Signori, Gaia Stella, Nicolas Witschi.

Un racconto visivo che trasfigura in immagini conoscenze e tradizioni tra Val d’Ossola e Canton Vallese per dare nuovo senso al mondo che ci circonda, ma anche per esplorare le nostre più profonde paure, speranze e aspirazioni. Un modo per condividere e tramandare credenze e valori che continuano a lasciare traccia in ciascuno, promuovendo un senso di identità e interconnessione con il mondo naturale.

“Dentro al buio” nasce per il progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Asilo Bianco. Si tratta della quarta mostra outdoor di Di-Se dopo “Herbarium Vagans”, “Difendersi dall’alto” e “Passare le Alpi”.
Il catalogo di “Dentro al buio”, in libera distribuzione a Domodossola, raccoglie tutte le opere e le accompagna con testi dedicati firmati dagli artisti.

La mostra, come vuole la sua natura itinerante, continuerà a muoversi fino ad arrivare in Canton Vallese, Svizzera.

 

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Attenti ai lupi… ne arrivano cinquanta! https://www.artevarese.com/attenti-ai-lupi-ne-arrivano-cinquanta/ https://www.artevarese.com/attenti-ai-lupi-ne-arrivano-cinquanta/#respond Tue, 18 Jul 2023 14:44:33 +0000 https://www.artevarese.com/?p=71039 Lago d’Orta – un branco di 50 grandi lupi colorati colonizzerà boschi, strade, giardini, ville e balconi tra Miasino, Ameno e Orta San Giulio. Si tratta di un progetto di Cracking Art dal titolo “Il richiamo dei lupi” a cura di Asilo Bianco che prenderà avvio da sabato 29 luglio fino alla fine di ottobre, […]

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Lago d’Orta – un branco di 50 grandi lupi colorati colonizzerà boschi, strade, giardini, ville e balconi tra Miasino, Ameno e Orta San Giulio. Si tratta di un progetto di Cracking Art dal titolo “Il richiamo dei lupi” a cura di Asilo Bianco che prenderà avvio da sabato 29 luglio fino alla fine di ottobre,

I lupi saranno disposti lungo il sentiero Nigra, percorso tracciato da Itinerarium che parte dalla Basilica di San Giulio, sull’isola omonima e connette i luoghi dell’architetto Carlo Nigra (1856-1942), figura poliedrica estremamente proiettata al futuro che ha plasmato, ridisegnato e modellato il paesaggio del Lago d’Orta come lo si vede oggi. Le diverse tappe toccano poi la Chiesa parrocchiale e il Sacro Monte di Orta, Villa Nigra e il suo giardino, la Chiesa di San Rocco e il Giardino dei semplici a Miasino, la Villa con il Parco Monte Oro e il Parco neogotico Tornielli di Ameno.

L’inaugurazione nella NOTTE IN BRANCO, avrà luogo sabato 29 luglio dalle 18.30 a Villa Nigra a Miasino: luna (quasi) piena, gibbosa crescente con illuminazione all’85%, presentazione del progetto e aperitivo in musica con al mixer Alexander Sewerwan, artista e designer. In Villa saranno esposti alcuni prototipi luminosi, grandi lupi gialli creati appositamente per questa collaborazione.

I lupi accompagneranno i progetti di Asilo Bianco anche dopo la pausa estiva con incontri, approfondimenti, proiezioni e momenti conviviali. Il ritorno del lupo sulle Alpi è un argomento controverso e divisivo, il risultato di anni di sforzi di conservazione volti a proteggere e ripristinare le popolazioni selvatiche autoctone. Se in molti apprezzano i vantaggi ecologici del loro ritorno – i lupi svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema e della sua biodiversità, altrettanti nutrono preoccupazioni, soprattutto per le comunità locali i cui mezzi di sussistenza e attività sono influenzati negativamente dalla presenza del predatore.
Asilo Bianco si propone di riflettere anche su queste tematiche e raggiungere una convivenza sostenibile con l’invasione, colorata e artistica, delle opere di Cracking Art.

Così Asilo Bianco sul progetto: “I lupi possono insegnare a noi umani diverse lezioni preziose, sia in termini di comportamento sia come ruolo attivo negli spazi che abitano. Sono animali altamente sociali che vivono in unità familiari molto unite, i branchi, all’interno delle quali dimostrano forti legami, capacità di cooperazione e comunicazione. Sono dotati di grande resilienza e sono in grado di adattare le proprie strategie e comportamenti all’ambiente che li circonda. Hanno un profondo rispetto per la natura: la loro presenza ha un impatto significativo sulla salute generale e sulla diversità di un ecosistema. In questi anni abbiamo cercato, con la cultura, non solo di essere, ma anche di fare branco”.

Il richiamo dei lupi è un progetto di Cracking Art e Asilo Bianco. Fa parte di Lago d’Orta Moving Connections, finanziato da Fondazione Cariplo, in collaborazione con Comune di Miasino, Comune di Orta San Giulio e Fondazione CROSS EPS, e del percorso Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, una partnership con Associazione Musei d’Ossola e Museumzentrum La Caverna di Naters.

Tutti gli aggiornamenti e le informazioni utili sono disponibili sul sito asilobianco.it e sui canali social dell’associazione. Per restare aggiornati su tutte le iniziative è possibile iscriversi alla newsletter: http://eepurl.com/gjEklf; asilobianco.it; IG Asilo Bianco | Cracking Art
FB Asilo Bianco | Di-Se #ilrichiamodeilupi

 

 

 

 

 

 

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“Oltre il giardino” a villa Nigra https://www.artevarese.com/oltre-il-giardino-a-villa-nigra/ https://www.artevarese.com/oltre-il-giardino-a-villa-nigra/#respond Thu, 25 May 2023 07:00:17 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70337 Miasino – E’ un’indagine attraverso le diverse sfaccettature dell’arte contemporanea, la relazione intima e istintiva degli esseri umani con la natura e come questo rapporto viene filtrato e restituito dagli artisti, la collettiva “Oltre il giardino” in apertura sabato (27 maggio) alle 17 a Villa Nigra. Alla mostra a cura di Ilaria Macchi e organizzata […]

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Miasino – E’ un’indagine attraverso le diverse sfaccettature dell’arte contemporanea, la relazione intima e istintiva degli esseri umani con la natura e come questo rapporto viene filtrato e restituito dagli artisti, la collettiva “Oltre il giardino” in apertura sabato (27 maggio) alle 17 a Villa Nigra.

Alla mostra a cura di Ilaria Macchi e organizzata da Asilo Bianco partecipano: Linda Carrara, Matteo Giuntini, Lorenzo Gnata, Leila Mirzakhani, Barbara Stimoli e Titta C. Raccagni, tutti accomunati da un unico pensiero: “Il nostro modo di rapportarci con la natura è fondamentale per descrivere noi stessi e la nostra società. Da sempre, l’arte è stata un medium privilegiato per esplorare questo rapporto, dalle prime rappresentazioni di pittura rupestre nel Paleolitico fino alle installazioni e riflessioni contemporanee”.

Riflessioni, domande, dubbi che “Oltre il giardino” va a indagare, senza dimenticarne la portata estremamente politica e sociale: “facciamo parte, come esseri umani, del mondo naturale e le nostre vite sono intimamente intrecciate e connesse all’ambiente che ci circonda. Tuttavia, – precisano – da sempre il nostro rapporto con la natura è filtrato, segnato da conflitti e sfruttamento, comportamenti che minacciano la salute e il benessere di tutti, noi compresi”.

“Nel corso della storia – spiega la curatrice – la relazione uomo-natura ha subìto grandi cambiamenti e cambi di direzione, riscontrabili nel modo in cui gli umani hanno progettato e vissuto gli spazi verdi nei luoghi di vita, nelle città e intorno alle proprie abitazioni. I giardini storici del Lago d’Orta sono esemplificativi di una ricerca di bellezza e benessere che passa dalla progettazione, dalla ricerca e dalla cura di varietà arboree locali ed esotiche. Ne sono un esempio i giardini di Nigra, quello della Villa omonima e quello di Villa Monte Oro. Ma anche il giardino dei semplici di Miasino: esempi diversi  accomunati da un fare poetico che avvera quella metafora sempre attuale che vede i giardini non solo come luoghi fisici ma anche come spazi dell’anima. Similmente, l’arte fissa l’effimera esistenza dei viventi oltre il passaggio del tempo, fermando le brevi esistenze di umani, animali e vegetali nell’infinita temporalità della natura e della storia”.

All’inaugurazione seguirà la performance del duo artistico Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli realizzata in collaborazione con CROSS Project. Uno spazio di incontro e intra-azione della materia, tra corpi umani e pietre. L’esibizione farà parte della mostra come video installazione. Sabato 1 luglio è in programma la presentazione del catalogo.

La collettiva sarà visitabile sino al 23 luglio nei seguenti giorni e orari: da giovedì a domenica, dalle 14.30 alle 18.30.

In occasione della mostra verrà inaugurato il sentiero Nigra, percorso tracciato da Itinerarium che da Orta San Giulio porta ad Ameno e Miasino. Si è voluto connettere i luoghi del Nigra in un percorso che parte dalla Basilica di San Giulio sull’isola omonima, la Chiesa parrocchiale e il Sacro Monte di Orta, Villa Nigra e il suo giardino, la Chiesa di San Rocco e il Giardino dei semplici a Miasino, la Villa con il Parco Monte Oro e il Parco neogotico Tornielli di Ameno.

 

Note biografiche

Linda Carrara (Bergamo, 1984) 
Vive e lavora tra Milano e Bruxelles. L’Istituto di Cultura Francese a Milano, Croxhapox Gent, FABRIKA Moscow, Boccanera Gallery Trento/Milano, Museo Floris-Romer di Gyor-Ungheria e AIS gallery in Giappone sono alcuni dei luoghi dove Linda Carrara ha esposto in mostre collettive e personali. Dopo alcune residenze come MOMENTUM Berlino, LKV-Trondheim o NCCA San- Pietroburgo, ha stabilito il suo lavoro tra Bruxelles e Milano. Recenti le mostre personali all’Istituto di Cultura Italiana di Bruxelles 2018, “Chôra” alla Boccanera Gallery Trento nel 2019, “Madonna delle rocce” da Iragui Gallery a Mosca, “in fondo al pozzo” presso Rizzuto Gallery a Palermo nel 2020. Del 2021 “la prima passeggiata” a The Open Box Milano e “There is water sleeping at the bottom of each memory” progetto collettivo presso la galleria Renata Fabbri di Milano di giugno 2022. Dello stesso anno la personale “ri’fuʤo” curata da Emmanuel Lambion a Centrul de Interes a Cluj Napoca, l’invito a Premio Cairo, Palazzo Reale e la mostra  collettiva “How far should we go?” a cura di Rossella Farinotti presso fondazione ICA Milano.
Del 2023 la partecipazione alla prima edizione di ArtWeek Cremona a cura di Rossella Farinotti, l’invito a Premio Lissone presso il Museo MAC e a Premio Treviglio.

Matteo Giuntini (Livorno 1977)
Conclusi gli studi artistici si dedica alla ricerca del proprio linguaggio attraverso la pittura, il disegno e l’illustrazione. Inizia il suo percorso professionale nel 2005 a Firenze, da lì in poi si susseguono numerose collettive e personali in gallerie e spazi pubblici in Italia e all’estero. Ha collaborato con case di moda e aziende. Nel 2014 per Mc Cann World Group e Poste Italiane illustra lo storico calendario con una tiratura di 500.000 copie, mentre nel 2017 la casa di moda Valentino lo incarica di realizzare illustrazioni per il brand che utilizzerà sui propri capi.
I lavori di Matteo Giuntini nascono da un’ironica analisi introspettiva e giocano con l’intimità di ognuno di noi creando mondi spesso al limite del grottesco.

Lorenzo Gnata (Biella, 1997)
Nel 2022 consegue il diploma di secondo livello in Pittura presso l’Accademia Albertina di Torino. Proprio la pittura costituisce l’origine della sua ricerca artistica, il punto di partenza che l’ha condotto a esplorare anche gli altri media espressivi che tuttora lo rappresentano, e che, in parte, conservano le note della sua formazione pittorica. La sua ricerca tenta di indagare l’esistenza dell’essere umano contemporaneo in relazione a ogni elemento circostante, in una costante tensione poetica “concettuale-figurativa” che si serve di immagini e metafore per parlare di questioni ben oltre il mero visibile.
Poesia che dona valore ai comuni fenomeni naturali e alla semplicità delle cose, in una posizione intermedia tra il reale e l’onirico, disinteressata dall’aspetto formale e dalla rappresentazione della stessa ma rivolta a una dimensione di concetto e di intenti intrinsechi.
Sue opere sono state esposte presso: Tate Britain (Londra), Reggia di Venaria – Giardini (Torino), La Triennale (Milano), Fondazione Treccani (Napoli), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Artissima (Torino) e fanno parte di diverse collezioni permanenti.

Leila Mirzakhani (Teheran, 1978)
Attualmente vive e lavora a Milano.
Si è laureata nel 2004 in pittura all’Università d’Arte di Teheran, prosegue i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove si è diplomata in grafica d’arte. La sua ricerca artistica parte dallo studio di metafore e collegamenti tra la natura stessa e il mondo interiore. Nei suoi disegni il segno diventa l’alfabeto visivo usato per far emergere l’aspetto poetico da ciò che ci circonda. Nel 2008 vince la sesta edizione del “Premio per l’incisione al Centro per l’incisione e grafica d’arte” a Formello e nel 2018 le viene assegnato il “Premio Pavoncella per la creatività femminile” a Sabaudia. Tra le ultime mostre, 2023 – “Muri d’Artista” quinta edizione, Cittadella degli Archivi della Città di Milano, a cura di Rossella Farinotti e Isorropia Home Gallery, Milano; le personali 2022 – “Parallelo Oriente Occidente” (bipersonale), Galleria Mimmo Scognamiglio, a cura di Graziano Menolascina, Milano; 2022 – “Immersions”, Ogallery, Teheran, Iran.

Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli
Ultimabaret è la metamorfosi del duo artistico Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli. La ricerca di Ultimabaret si muove tra il confine e le possibilità dello sconfinamento: quello poroso della materia, tra umano e altro dall’umano. Quello sinuoso del piacere, che viene ricercato e risignificato a ogni esperienza.
Titta C. Raccagni è filmmaker, regista e performer, Barbara Stimoli è danzatrice, coreografa e performer: i due diversi background e i molteplici linguaggi, l’ecletticità e l’esperienza di attivismo e indagine poetica sono continuamente mescolati nelle loro produzioni.
Ultimabaret genera un processo di dis-identificazione dei generi, dei linguaggi, delle discipline e delle categorie. Nata come studio e destrutturazione del linguaggio erotico e pornografico, e dei codici e stereotipi di genere, la ricerca si è inizialmente focalizzata sulla creazione di nuovi immaginari legati alla sessualità. In particolare sulla decostruzione visiva del confine corpo. Da qui le performance “Pornopoetica” e “Camera oscura” e il film “Diario blu(e)”, presentati tra gli altri a Pergine Spettacolo Aperto, Torino Film Festival, Visions du réel, Far East festival.
Dal 2018, con l’avvio di “Pleasure rocks”, progetto nato insieme all’artista visiva Alessia Bernardini e presentato in spazi culturali ibridi (Triennale Milano, Fabbrica del Vapore Milano, Leporello Roma tra gli altri), la ricerca sposta il baricentro sulla relazione tra corpi umani e non umani e in particolare con la materia delle pietre e dei minerali, prendendo direzioni inaspettate e allontanandosi gradualmente dal focus antropocentrico.

 

 

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Sulle “Tracce” di Sergio Floriani https://www.artevarese.com/sulle-tracce-di-sergio-floriani/ https://www.artevarese.com/sulle-tracce-di-sergio-floriani/#respond Wed, 24 May 2023 07:34:31 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70342 Novara – Dal castello Visconteo a Villa Gippini sul lago d’Orta. In chiusura (il 28 maggio) la personale di Sergio Floriani dal titolo “Tracce” che da giugno approderà nelle sale della storica Villa con una selezione di opere realizzate negli ultimi trent’anni di lavoro dell’artista, attraverso un percorso tematico e iconografico. Anche a Orta, la […]

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Novara – Dal castello Visconteo a Villa Gippini sul lago d’Orta. In chiusura (il 28 maggio) la personale di Sergio Floriani dal titolo “Tracce” che da giugno approderà nelle sale della storica Villa con una selezione di opere realizzate negli ultimi trent’anni di lavoro dell’artista, attraverso un percorso tematico e iconografico.

Anche a Orta, la mostra partirà dalle grandi sculture in acciaio corten e stagno, che sono un segno identificativo del lavoro dell’artista.  Floriani parte dalle tracce dell’uomo, dall’impronta lasciata come segno d’identità (unica e personale), per arrivare all’infinito. Il suo è un percorso evolutivo che comprende il segno, la forma e lo spazio, ma non dimentica il dialogo continuo con la materia, che gli fa perlustrare le possibilità della pittura e della scultura (due elementi che nelle opere di Floriani convivono sempre) e spazia dall’acciaio corten allo stagno, dalla catramina su carta giapponese alla sabbia su piombo, mentre il colore a volte si accende nelle tonalità più vivaci, quasi pop, e altre, per esempio quando racconta i contorni del lago o allude alle voci dell’anima, è capace di raccogliersi in tenui e silenziose gradazioni.

Nelle 11 sale del primo piano del castello Visconteo-Sforzesco, sono collocate un centinaio di sculture: da Divido per otto (2003) al Totem (2015) dove il frammento si alterna alla leggerezza e alla trasparenza; dai Signum (2009) ai Cerchi d’acqua, due serie in cui le parole (nei primi) e il colore (nei secondi) tracciano un nuovo alfabeto di lettere e di forme, passando per i colorati rilievi di ultima generazione, piccole e grandi tavole sulle quali il colore si distende senza sfumature e le sagome che vi affiorano, lontane sorelle delle prime impronte digitali, maculano la superficie trasformandola in materia cosmica.

Il tema più ricorrente è il rapporto che s’instaura tra la forma e lo spazio, e nelle ultime opere questa correlazione è sottolineata dalla presenza o dall’assenza delle cornici: nel primo caso una cornice dorata, spesso d’epoca, segna il perimetro e contiene il colore, ma al contempo lo impreziosisce, lo “storicizza” e lo concentra, donandogli forza e misticismo; nel secondo caso, con la soppressione del bordo ligneo il colore ritorna libero di dilatarsi e di fondersi con lo spazio circostante, in una dimensione che è quasi filosofica.

Nelle sale di Villa Gippini verranno invece collocate alcune delle opere più significative, in armonia con l’architettura del palazzo, con la luce e con il colore del lago, quel lago che è stato d’ispirazione anche per Antonio Calderara, un artista che Floriani ha sempre ammirato e i cui consigli lo hanno convinto a votarsi definitivamente all’arte.

La mostra è accompagnata da un catalogo contenente le opere esposte e il testo critico di Lorella Giudici curatrice della mostra. Orari al pubblico: da martedì a domenica 10-19.

Cenni biografici

Sergio Floriani, nato nel 1948 a Grantorto (PD), risiede e lavora a Gattico (NO). Originale interprete della ricerca d’area concettuale. Nel 1982 è cofondatore del Gruppo Narciso Arte sotto l’egida di G. Di Genova. Nel 1984 i lavori realizzati in vista della Biennale di Venezia vanno a costituire due importanti personali: Architetture (Torino – Palazzo della Regione) e L’anima e il rispecchiamento (Chiostro di Voltorre). La ricerca sulla formazione dei colori genera Zodiaci d’acqua, (Il Naviglio,1988) curata da T. Trini, in cui compare l’unica video-scultura realizzata: Autoriflessione. Nel 1989 affiora per la prima volta l’idea dell’impronta che si fa anche scultura e nascono le prime opere in ferro e stagno, ferro e acciaio, come l’installazione Synopis e Lux mundi (Palazzo dei Vescovi di Novara, 1990). L’uso delle impronte dà origine alle tre mostre Digito, ergo sum del 1991, presentate da G. Celli e G. Di Genova, a Carrara, a Sanremo e a Venezia. Da questo momento l’impronta costituirà il segno distintivo dell’artista. Nascono le sculture in ferro e stagno: Identità in evoluzione (Biennale del bronzetto di Padova -1995); La porta della legge (I premio al Concorso Internazionale di Scultura “Arona 96”); la XIV Stazione della via della Croce di Curino (1999); Cercando un equilibrio, definitivamente collocata presso il forte di Exilles a seguito della mostra Signum Forte del 2008. Da segnalare: l’antologica del 1998 Le porte sull’infinito (Museo Civico di Padova e Arengo del Broletto di Novara) curate da M. Rosci; la rassegna antologica del 2002 alla GAM di Gallarate curata da F. Gualdoni; la personale milanese del 2004 La logica dell’immaginario alla Galleria Naviglio Modern Art. Dal 2003 Floriani passa all’uso del piombo, combinandolo ora con la sabbia nera, ora con lo stagno. Nascono nel 2008 le due personali milanesi: Quadro quadrato alla Galleria Artestudio e Meta quadrato all’Annunciata. Nel 2010 realizza la croce VERODIOVEROUOMO per la parrocchiale di Gattico. Ha partecipato con la scultura La Porta della Legge alla Biennale Internazionale di Scultura di Racconigi presso il Castello di Racconigi nel 2013; nello stesso anno ha allestito la mostra Signum presso la Fabbrica Lapidea della Basilica di San Gaudenzio a Novara. Nel 2016 con la curatela di Francesco Poli, ha presentato presso il Complesso Monumentale del Broletto di Novara l’antologica “Lo spazio dell’identità/ L’identità dello spazio”. Sempre nel 2016 ha realizzato la “Porta della Misericordia” presentata dapprima nel quadriportico del Duomo di Novara e successivamente allocata sul piazzale antistante la Chiesa dei SS Cosimo e Damiano. Nel 2022 ha partecipato alla mostra d’arte contemporanea diffusa sul lago D’Orta S.O.S Humanity, con due opere che rappresentano la sua visione del mondo “A Confronto” e “La Porta della Legge”.

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VIII edizione del Premio Ticino https://www.artevarese.com/viii-edizione-del-premio-ticino/ https://www.artevarese.com/viii-edizione-del-premio-ticino/#respond Sat, 06 May 2023 08:00:26 +0000 https://www.artevarese.com/?p=70091 Varallo Pombia – L’Ente Manifestazioni Artistiche Varalpombiesi (EMAV) e la Pinacoteca di Villa Soranzo, in collaborazione con il Comune di Varallo Pombia, indicono l’VIII Edizione del Premio Ticino finalizzato alla promozione e alla valorizzazione dell’arte contemporanea. Il concoso si propone come occasione di riflessione e di confronto tra artisti, critici e cultori oltre che come […]

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Varallo Pombia – L’Ente Manifestazioni Artistiche Varalpombiesi (EMAV) e la Pinacoteca di Villa Soranzo, in collaborazione con il Comune di Varallo Pombia, indicono l’VIII Edizione del Premio Ticino finalizzato alla promozione e alla valorizzazione dell’arte contemporanea.
Il concoso si propone come occasione di riflessione e di confronto tra artisti, critici e cultori oltre che come momento di diffusione dell’arte.

Il premio è aperto a tutti gli artisti, ognuno potrà presentare una (1) opera realizzata in piena libertà stilistica e tecnica; le misure massime consentite sono di 100 cm di base, (sul retro devono essere indicati nome e cognome dell’autore, indirizzo, telefono, il titolo dell’opera, la tecnica di esecuzione e le dimensioni).

La quota di partecipazione è di € 20,per gli artisti al di sotto dei 25 anni di età la quota di partecipazione è di € 15. Ad ogni partecipante verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
E’ richiesta l’adesione entro il 18 maggio 2023 via mail all’indirizzo pinacotecacesarebelossi@gmail.com anticipando il modulo identificativo (scaricabile dal sito www.comune.varallopombia.no.it/it-it/avvisi) compilato in tutte le sue parti e una foto dell’opera ben illuminata e ripresa esattamente frontale. Le opere verranno selezionate da una commissione di esperti, presieduta dalla da Federica .

Gli elaborati dovranno, dopo l’ammissione al concorso, essere consegnati sabato 20 maggio dalle 14 alle 16 oppure domenica 21 maggio dalle 10 alle 12 alla sede della Pinacoteca in Villa Soranzo a Varallo Pombia, contestualmente i partecipanti dovranno versare la quota di partecipazione.

Per quanto riguarda i riconoscimenti: al primo classificato andrà un premio del valore di € 500,00; al secondo un premio del valore di € 300 e al terzo classificato un premio del valore di € 200. Sarà assegnato inoltre un riconoscimento al miglior artista Under25, del valore di 150 euro in memoria dell’artista e amico Gianni Travaini.

Ai sensi del DPR 430 del 26.11.2001, la presente iniziativa non è considerata un “concorso a premi” bensì un riconoscimento del merito personale e titolo di incoraggiamento nell’interesse della comunità.

Le opere alle quali verrà assegnato uno dei premi in denaro saranno considerate una donazione da parte dell’arti sta alla Pinacoteca Cesare Belossi.
L’inaugurazione della Mostra avverrà venerdì 2 giugno alle ore 15; lo stesso giorno alle ore 18 saranno annunciati i vincitori. L’esposizione sarà poi visitabile anche nei giorni 3/4/10/11 giugno dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

Per ulteriori informazioni:
Mario Bolognini – mariofebbraio17@gmail.com/T. 333 7700821
Marina Zonca – marina.graziano@alice.it/T. 0321 957275 – 339 3670038 Francesco Ingignoli – ingignoli@ingignoli.it/T. 346 6461970

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Scippare il segno: è il compito! https://www.artevarese.com/scippare-il-segno-e-il-compito/ https://www.artevarese.com/scippare-il-segno-e-il-compito/#respond Tue, 04 Apr 2023 17:15:19 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69733 Miasino – Scippare il segno: è il compito! Si è aperta negli spazi di Villa Nigra la mostra dedicata all’architetto e designer Riccardo Dalisi. Mancato nell’aprile dello scorso anno, è stato un uomo dai molteplici talenti, una figura capace di muoversi attraverso diversi linguaggi: designer, artigiano e poeta, progettista e architetto. Artista dalle mille sfaccettature, […]

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Miasino – Scippare il segno: è il compito! Si è aperta negli spazi di Villa Nigra la mostra dedicata all’architetto e designer Riccardo Dalisi. Mancato nell’aprile dello scorso anno, è stato un uomo dai molteplici talenti, una figura capace di muoversi attraverso diversi linguaggi: designer, artigiano e poeta, progettista e architetto. Artista dalle mille sfaccettature, creativo da sempre ispirato da una straordinaria libertà di pensiero, uomo visionario e sognatore, grande interprete della realtà.

La mostra, a cura di Enrica Borghi, presenta disegni originali, schizzi e segni. Un percorso che segue l’idea di schizzismo con la quale Dalisi lega profondamente arte e pensiero: il segno da scippare, il gesto veloce sul foglio, lo schizzo aggrovigliato che, prima di farsi disegno, si fa anche e soprattutto pensiero, supera ogni intenzionalità e si presenta sul foglio come forza, impulso, lampo intuitivo che guida. Sono proprio queste le imperfezioni feconde come le chiamava Dalisi, grovigli liberi e geniali nel loro essere imprevedibili e imperfetti, sempre portatori di senso, di non detto, nuove idee e orizzonti.

Esposti molti degli oltre duecento prototipi realizzati da Dalisi per Alessi negli anni Settanta durante una incredibile ricerca che ha portato alla produzione della sua personalissima caffettiera napoletana per cui riceve, nel 1981,  il Compasso d’oro, il più antico e prestigioso premio di disegno industriale al mondo. Sono oggetti unici, estremamente espressivi e giocosi, la cui funzionalità scivola in secondo piano trasformandoli in vere e proprie opere d’arte. Il segno è a metà strada tra il gioco e il farsi oggetto con una precisa funzione, pensiero tecnico e icona di design.

Quella di Miasino è la prima occasione di riflessione sui disegni come “nuove geometrie generative”, sulle dinamiche libere e radicali di Dalisi, ma anche sulla serie di prototipi realizzati con Alessi che accompagnano la sua riflessione teorica dedicata all’architettura.
La visione e il pensiero dell’artista accompagnano e ispirano anche gli eventi collaterali della mostra inseriti all’interno di Plastic Revolution, festival diffuso sul Lago d’Orta.

Così sulla mostra la curatrice Enrica Borghi: “La pubblicazione Lo schizzismo edito da Corraini nel 2008, è un diario di appunti e riflessioni sul disegno veloce, abbozzato e libero da costrizioni rappresentative. Un diario che riflette sulla metodologia dell’imprevedibilità e sull’idea dell’imperfezione feconda come la definisce Dalisi stesso. Lo riproponiamo oggi come riflessione alla mostra perché riteniamo siano oggi temi più che mai attuali su cui Asilo Bianco intende riflettere e approfondire. […] Uno sguardo veloce ma nello stesso tempo ancestrale, capace di raccogliere con sé poesia, architettura, progetto e narrazione, tradizione culturale e realtà periferiche di Napoli, uno spostamento mai allineato ma volutamente intravisto di sbieco per cogliere nuove prospettive di visione”.

“La concezione di Confine che Riccardo Dalisi ha elaborato nel tempo, ovvero quella di tappa da essere valicata, anche e soprattutto attraverso l’intelligenza emotiva che si avvale in seconda battuta di una funzione ‘ancillare’ da parte della mente – scrive il critico d’arte Marco Tagliafierro nel  testo di presentazione – lo ha condotto a non sentirsi mai del tutto Radicale, oppure proprio per questo estremamente Radicale. […] I concetti di segno come momento esperienziale, di design ultra poverista e, come conseguenza di questo, l’apertura all’idea di ‘imperfezione feconda’ lo hanno portato alla consapevolezza volta ad intendere il progetto come scrittura. Schizzo veloce, veloce. Un punto su un foglio è materia, una parola è materia e forma, forme che navigano nello spazio, negli spazi, non solo quello del foglio”.

L’esposizione prosegue sino al 14 maggio ed è visitabile dal giovedì alla domenica, dalle 14.30 alle 18.30. Aperture straordinarie: lunedì 10 aprile (Pasquetta), lunedì 24, martedì 25 aprile e lunedì 1 maggio. Ingresso libero

Il progetto Lago d’Orta Plastic Revolution

Il progetto Lago d’Orta Plastic Revolution è tra i vincitori del bando “Plastic Challenge. Sfida alle plastiche monouso” di Fondazione Cariplo e vede come ente capofila il Circolo di Legambiente “Gli Amici del Lago” insieme ai comuni di Ameno, Briga Novarese, Miasino, Orta San Giulio, all’Organizzazione di Volontariato di Briga e all’Associazione Asilo Bianco che ha ideato e scritto il progetto. “Scippare il segno: è il compito!” fa parte del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Asilo Bianco.

 

 

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L’omaggio di Piccaia a Fibonacci prosegue nelle scuole https://www.artevarese.com/lomaggio-di-piccaia-a-fibonacci-prosegue-nelle-scuole/ https://www.artevarese.com/lomaggio-di-piccaia-a-fibonacci-prosegue-nelle-scuole/#respond Wed, 22 Feb 2023 15:18:06 +0000 https://www.artevarese.com/?p=69195 Agrate Conturbia – La mostra diffusa dell’artista Giorgio Piccaia dal titolo Piccaia/Fibonacci (Essere Persona, Essere Natura) iniziata lo scorso mese di novembre a Pisa, continua il suo percorso attraverso quattro scuole locali. Gli ormai famosi Rotoli Piccaia/Fibonacci infatti rivestono le balconate dei vani scala del Liceo Scientifico “Ulisse Dini”, degli Istituti d’Istruzione Superiore Galilei-Pacinotti e […]

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Agrate Conturbia – La mostra diffusa dell’artista Giorgio Piccaia dal titolo Piccaia/Fibonacci (Essere Persona, Essere Natura) iniziata lo scorso mese di novembre a Pisa, continua il suo percorso attraverso quattro scuole locali.

Gli ormai famosi Rotoli Piccaia/Fibonacci infatti rivestono le balconate dei vani scala del Liceo Scientifico “Ulisse Dini”, degli Istituti d’Istruzione Superiore Galilei-Pacinotti e dell’Istituto Comprensivo Statale “Leonardo Fibonacci” dove, a maggio, l’artista incontrerà gli studenti di alcune sezioni. Previsto anche, in altri istituti superiori cittadini, un convegno (data da definirsi), sempre alla presenza di Piccaia, durante il quale gli allievi potranno interagire e confrontarsi con le università di Pisa.

La partecipazione di Piccaia all’iniziativa pisana nasce dall’invito a dell’assessore al turismo Paolo Pesciatini a partecipare, ai festeggiamenti degli 850 anni della nascita di Leonardo Pisano detto Fibonacci (Pisa, 1170 circa – 1242). Prende corpo così la mostra diffusa Essere Persona, Essere Natura, a cura di Melania Rocca, a Palazzo Gambacorti (sede del Municipio), Archivio di Stato, ArtInGenio Museum/Officine oltre a 21 “rotoli” posizionati tra le facciate e le mura storiche di Pisa. Due tele sono ancora visibili a Pisa; si tratta di Verde Fibonacci e Fibonacci Fuoco.

I “Rotoli”, opere di grande formato, sono tutti pezzi unici e originali; i numeri della sequenza sono dipinti con vari colori in cerchio cinque alla volta, a rappresentare il fiore Non ti scordar di me (Myosotis), simbolo del ricordo, della memoria, dell’amore e della speranza.

Piccaia da anni usa i numeri della Sequenza del matematico pisano nei suoi lavori, una sequenza infinita come infinita è la Natura. “Sequenza che tende alla Sezione aurea, avanzando l’ipotesi di un “costante accrescimento naturale”.

 

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“Milano da Romantica a Scapigliata” https://www.artevarese.com/milano-da-romantica-a-scapigliata/ https://www.artevarese.com/milano-da-romantica-a-scapigliata/#respond Mon, 24 Oct 2022 07:36:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67799 Novara – Eminenti cattedratici sostengono che per comprendere il presente sia fondamentale conoscere il passato. E in alcuni frangenti risulta interessante approfondire un preciso periodo storico. A conferire costrutto a tale tesi, attraverso il suffragio della pittura, concorre “Milano da Romantica a Scapigliata” a cura di Elisabetta Chiodini, coadiuvata da un comitato scientifico composto da […]

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Novara – Eminenti cattedratici sostengono che per comprendere il presente sia fondamentale conoscere il passato.
E in alcuni frangenti risulta interessante approfondire un preciso periodo storico.

A conferire costrutto a tale tesi, attraverso il suffragio della pittura, concorre “Milano da Romantica a Scapigliata” a cura di Elisabetta Chiodini, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca e Sergio Rebora, in corso a Novara presso il Castello Visconteo Sforzesco.

Il percorso espositivo composto da oltre settanta opere eseguite dai più rappresentativi maestri della pittura figurativa lombarda, si snoda attraverso otto sezioni tematiche che vanno dal Romanticismo alla Scapigliatura. Date tali premesse risulta fondamentale procedere con ordine.

Alla pari di una prefazione letteraria ad accogliere il visitatore è il capolavoro di Francesco Hayez (1791-1882) ispirato da un’opera narrativa di grande successo “I Lambertazzi e i Geremei” di Defendente Sacchi (1796-1840) dopodiché si varca la soglia della prima sala con riferimento alla “Pittura urbana” dove si coglie, attraverso le opere di Giovanni Migliara (1785-1837,) una “Veduta di piazza del Duomo in Milano” (1828) e la “Veduta dell’interno I.R. Palazzo del Governo” del 1834.

Suggestiva, inoltre, la “Veduta del canale Naviglio presa sul ponte di San Marco” (1834) di Giuseppe Canella (1788-1847).

Il passo successivo ci pone di fronte a “I protagonisti”, dove spicca il “Ritratto di Alessandro Manzoni” di Giuseppe Molteni (1800-1867) e di nuovo Hayez con lo straordinario “Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con figlio Giuseppe” .

Dagli interni si passa a tumultuosi esterni con “Milano, da austriaca a liberata”, sezione dedicata alle Cinque giornate di Milano” e ai moti che li animarono .

Tra le altre opere spicca “Episodio delle cinque giornate. Combattimento presso Palazzo Litta” di Baldassare Verazzi (1819-1886) dove emerge il fervente eroismo dei milanesi.
“La storia narrata dalla parte del popolo” anima la quinta sezione dedicata alle opere dei fratelli milanesi Domenico e Giacomo Induno con il dipinto “Pane e lacrime”.

Il punto di vista pittorico cambia nella sala successiva con titolo quanto mai esplicito “Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore”.

Al “Libro di preghiere” di Eleuterio Pagliano (1826-19039 fa da controcanto il raffinato “Toletta antica” di Federico Faruffini (1833-1869).
Lontano dalle regole accademiche si pone “Il sistema di Filippo Carcano. “La pittura scombiccherata e impiastricciata”, quale indiscussa rottura con la consolidata tradizione pittorica dei primi decenni del secolo.

La sezione successiva porta “Verso la Scapigliatura” con i nomi di Tranquillo Cremona (1837-1878) e Daniele Ranzoni (1843-1889), questi con il “Ritratto della sorella Virginia” (1863-1864) mentre è di Cremona “Amaro calice” eseguito nel 1865.
Et voilà, l’esposizione si chiude con “L’affermazione del trionfo del linguaggio scapigliato” dove di nuovo assurgono a protagonisti Ranzoni e Cremona, mentre la tridimensionalità è affidata a due deliziose sculture in bronzo e gesso di Giuseppe Grandi, “La Pleureuse” (1875-1878) e “Beethoven giovinetto” datato a metà degli anni Settanta.

Milano Da Romantica A Scapigliata” – Novara – Castello Visconteo Sforzesco. Piazza Martiri della Libertà 3. Fino al 12 Marzo 2023. Orari: martedì-domenica 10-19. Aperture straordinarie: 1 novembre, giovedì 8 e lunedì 26 dicembre. Domenica 1, venerdì 6 e domenica 22 gennaio 2023. Biglietti: intero Euro 14. Ridotto Euro 10.

Mauro Bianchini

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Passare le Alpi sul Lago d’Orta https://www.artevarese.com/passare-le-alpi-sul-lago-dorta/ https://www.artevarese.com/passare-le-alpi-sul-lago-dorta/#respond Mon, 12 Sep 2022 07:00:44 +0000 https://www.artevarese.com/?p=67245 Omegna (VB) – È dedicata all’imponente catena montuosa che disegna i confini di Italia, Svizzera, Francia, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia la mostra itinerante “Passare le Alpi”, che da sabato (17 settembre) prende il via nel centro storico della città. Saranno esposti i disegni sulla passeggiata del lungo Nigoglia, torrente pittoresco, l’unico emissario del lago […]

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Omegna (VB) – È dedicata all’imponente catena montuosa che disegna i confini di Italia, Svizzera, Francia, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia la mostra itinerante “Passare le Alpi”, che da sabato (17 settembre) prende il via nel centro storico della città.
Saranno esposti i disegni sulla passeggiata del lungo Nigoglia, torrente pittoresco, l’unico emissario del lago d’Orta e il solo in tutti i grandi laghi prealpini che scorre verso nord. “La Nigouja la va in su e la legg la fouma nu!”, (“La Nigoglia scorre in su e la legge la facciamo noi!”) recita il celebre  e fiero detto popolare, citato anche dal più celebre omegnese, Gianni Rodari, nel suo  “C’era due volte il Barone Lamberto”.

“Passare le Alpi” è un percorso costruito completamente all’aperto, grazie alle riproduzioni delle opere su grandi pannelli esposti nei borghi coinvolti e dedicato alle alte vie di comunicazione, ai passi alpini, ai mezzi di trasporto e ai viaggiatori tra Val d’Ossola e Canton Vallese.

Ventotto gli illustratori e artisti coinvolti: Bahar Avanoglu, Sara Bernardi, Davide Bonazzi, Matteo Capobianco – Ufo5, Nicolò Canova, Maya Christensen, Chiara Dattola, Enrico De Paris, Lorenzo Duina, Caterina Ferrante, Elisabeth Fux, Silvia Fux, Giulia Gentilcore, Caterina Gomirato, Bernd Kniel, Andrea Legnaioli, Irene Lupia, Elisa Macellari, Paolo Metaldi, Pinaki, Ale Puro, Chiara Raineri, Luca Soncini, Alena T, Daniela Tieni, Ilaria Urbinati, Elisa Vendramin e Helga Zumstein.

Molteplici e diversi i temi su cui hanno lavorato: paesaggi dei valichi tra Ossola e Vallese, ferrovia Vigezzina, traforo del Sempione, Geo Chavez e la prima trasvolata delle Alpi, someggiatura (il trasporto di merci con muli e bestie da soma), diligenze a cavallo e postale sul Sempione, emigrazione vigezzina e spazzacamini, contrabbandieri.

Con le opere, dialoga una serie di stampe ottocentesche, di età romantica, che riflettono sugli stessi temi, opere selezionate da Enrico Rizzi, storico delle Alpi. Esposti lavori di Bartlett, Blechen, Gozzi, Guérard, Hering, Jentsch, Koch, Koller, Lory Fils e Ruskin.

“Passare le Alpi” nasce all’interno del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Asilo Bianco. Le attività del terzo anno di “Di-Se” sono dedicate al muoversi in montagna.

Accompagna la mostra l’omonimo catalogo, terzo della serie dopo “Herbarium Vagans” e “Difendersi dall’alto”, che raccoglie le opere esposte e testi dedicati ai temi narrati per immagini dagli artisti.

La mostra, che si inaugura in largo Cobianchi (fronte Nigoglia) proseguirà fino al 23 ottobre e, come vuole la sua natura itinerante,  nel prossimo inverno arriverà a Naters, in Canton Vallese, Svizzera, dopo la tappa in Val d’Ossola tra Formazza e Macugnaga. Molte delle opere originali sono già inserite nel ricco catalogo dell’Artoteca Di-Se, spazio nato per promuovere il prestito domestico di opere d’arte originali | artotecadise.it

Per informazioni sulle attività, gli eventi e le iniziative di Di-Se: amossola.it | asilobianco.it IG Associazione Musei d’Ossola | Asilo Bianco FB Di-Se | Associazione Musei d’Ossola | Asilo Bianco

 

 

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