Il viaggiator curioso Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/il-viaggiator-curioso/ L'arte della provincia di Varese. Fri, 15 Dec 2023 12:57:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Il viaggiator curioso Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/il-viaggiator-curioso/ 32 32 L’ombra guarita https://www.artevarese.com/lombra-guarita/ https://www.artevarese.com/lombra-guarita/#respond Thu, 14 Dec 2023 22:00:47 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72875 30 luglio 2022. Vent’anni dopo aver dipinto il primo quadro appoggio i piedi nelle mie stesse orme e ripercorro mentalmente gli oltre 150 eventi e mostre che mi hanno portato ad amalgamare i miei scarni colori alla musica e alla poesia. Mi confronto con il passato  per immaginare un futuro possibile. Mi rendo conto che […]

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30 luglio 2022. Vent’anni dopo aver dipinto il primo quadro appoggio i piedi nelle mie stesse orme e ripercorro mentalmente gli oltre 150 eventi e mostre che mi hanno portato ad amalgamare i miei scarni colori alla musica e alla poesia.

Mi confronto con il passato  per immaginare un futuro possibile. Mi rendo conto che molte delle sensazioni che ho provato durante i miei viaggi hanno trovato casa in uno scritto, in un quadro o in un brano musicale e questo fa dei miei gesti qualcosa di compiuto, mi rende sereno. Forse ho davvero lasciato una traccia.

La sveglia è sempre alle 6:38. L’orario in questi due decenni non è cambiato. Tra l’altro oggi dovrei essere in ferie. Devo recarmi ugualmente al lavoro però esco prima, torno a casa in fretta, prendo lo zaino e vado al mare.

I colori del sogno, quelli son decisamente mutati. Ora c’è un blu oltremare arioso, un giallo miele e un arancio tangerine che si mescolano serenamente ma senza tregua. Sul gesso spatolato stendo prima il blu con uno straccio per la polvere. I graffi restano ammorbiditi dall’acqua del mare che ho raccolto in un barattolo in cui sciacquo lo straccio, il pennello e qualche ferita rimasta lì a ricordarmi che tutto sempre scorre.

Il sale brucia un po’ sui tagli ma non ci faccio caso più di tanto. Mi accorgo invece che ho le mani opache di vernice: mi son sporcato parecchio per arrivare fin qui. l mio strumento è la penna, non il pennello. Con la pittura ho sempre avuto un approccio primitivo. Poca tecnica, molto stupore.

La musica che mi accompagna invece è ben diversa: questa volta l’ho composta io. E’ azzurra, omogenea, niente tensioni estreme.

L’ombra Guarita 18 cm. x 24 cm. Stucco e acrilico su tela graffiata

L’HandPan risuona come una campana tibetana, detta il tempo ai pensieri, come se la semplicità fosse davvero la madre di tutte le meraviglie. Alla fine respiro, riguardo più volte quel che ho dipinto e lo confronto con il tramonto che ho davanti. Sì, ha lo stesso sapore di speranza che germoglia, di fiducia luminosa, d’attesa silenziosa.

A fianco il mio bimbo si diverte con le dita a schizzare i colori sul suo cartoncino. Non si è accorto delle lacrime che mi rigano il viso, delle ombre, che ora forse son davvero guarite.

 

 

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso

30 luglio 2022.

 

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L’ombra ferita – Viaggio nella pittura https://www.artevarese.com/lombra-ferita-viaggio-nella-pittura/ https://www.artevarese.com/lombra-ferita-viaggio-nella-pittura/#respond Thu, 07 Dec 2023 09:59:13 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72790 Le prossime due puntate raccontano un cammino molto particolare che ho intrapreso non allontanandomi da casa ma assorbendo e tramutando in arte tutto ciò che ho visto e vissuto durante il girovagare intorno al mondo di questi anni. Si tratta del mio viaggio nella pittura, di come ho cominciato a dipingere e come ho rivissuto […]

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Le prossime due puntate raccontano un cammino molto particolare che ho intrapreso non allontanandomi da casa ma assorbendo e tramutando in arte tutto ciò che ho visto e vissuto durante il girovagare intorno al mondo di questi anni. Si tratta del mio viaggio nella pittura, di come ho cominciato a dipingere e come ho rivissuto quel preciso istante in cui è scoccata la scintilla esattamente vent’anni dopo.

L’inizio si bagna di un sogno sudato e caotico che stenta a materializzarsi da una vorticosa confusione di gesso, stucco e polvere. Si distinguono solo i colori:  un carminio acceso e un nero fumo opaco. Non sono spennellate, sembrano piuttosto graffi, incisioni, segni concitati squarciati nella tela. La musica invece è chiara e cristallina, c’è. Un riff di chitarra in SOL maggiore, alternato, ritmato, affilato sostiene il ritmo in 4/4 che riempie l’aria, inebria il fiato, sprigiona energia fragrante. Ecco, ho la vibrazione giusta.

Nel sogno dipingo. non l’ho mai fatto nella realtà ma sembro persuaso da una forza ancestrale, tangibile, amica. Ferisco il colore sulla tela spatolando con veemenza espressionista, come per voler buttare via tutto quello che non serve insistendo nella parte centrale. Nella convulsione scompaginata che dirige le mie mani mi taglio persino un dito ma vado a vanti mischiando il colore con il sangue che fuoriesce. Continuo a levare l’acrilico che si sparge intorno: scavo, raschio via il non necessario, riduco alla sintesi, faccio ardere ciò che è importante: il gesto.

Mi sveglio, come ogni mattina alle 6:38 per prendere il treno. Seguo assiduamente le lezioni all’Università: Geologia del Quaternario e Botanica Sistematica. Nel tragitto di ritorno dalla stazione, d’improvviso sterzo la bicicletta e faccio una piccola deviazione. Mi fermo al colorificio sull’angolo e detto l’elenco al commesso, con precisione cadenzata: so bene quello che voglio. Afferro il sacchetto e mi precipito a casa.

Spalanco la porta della mia stanza. Imposto a ripetizione sul lettore quel brano di un CD degli U2 che ho trovato in camera di mio fratello e premo “play”. Comincio a pennellare con armonia gesti rapidi e indiscutibili, già memorizzati. Sono inginocchiato a terra, stregato da una forza magnetica, procedo sicuro, quasi senza guardare la tela.

L’ombra ferita 18 cm. x 24 cm. Stucco e acrilico su tela graffiata.

Il risultato arriva in breve e capisco all’istante quando mi devo fermare. Lo osservo: è esattamente come nel sogno. Stesse sfumature ruvide, stessa impressione al tatto, stessa densità ritmica. Definitivo. Come la musica da cui è stato generato. Così è cominciato il viaggio nell’Arte del dipingere.

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso

30 luglio 2002

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India, seconda parte https://www.artevarese.com/india-seconda-parte/ https://www.artevarese.com/india-seconda-parte/#respond Thu, 30 Nov 2023 11:52:12 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72707 Ecco la seconda puntata della storia di Yamir, un bimbo indiano di nemmeno sei anni e del suo rapporto con l’apprendimento delle regole. Namastè! Invece passarono due mesi e il bimbo osservò che, nelle parti del tronco colpite, i tagli nel legno si erano come rimarginati, anzi, proprio in quei punti erano spuntati nuovi rigogliosi […]

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Ecco la seconda puntata della storia di Yamir, un bimbo indiano di nemmeno sei anni e del suo rapporto con l’apprendimento delle regole.

Namastè!

Invece passarono due mesi e il bimbo osservò che, nelle parti del tronco colpite, i tagli nel legno si erano come rimarginati, anzi, proprio in quei punti erano spuntati nuovi rigogliosi rami. L’albero sembrava un po’ più storto, ma pareva godere ancora di buona salute. Venne il giorno del sesto compleanno di Yamir. Com’era tradizione del suo villaggio, la famiglia, al tramonto, si radunò nella radura per una grande festa con canti e balli. In quell’occasione il festeggiato era invitato a esprimere un desiderio che ognuno dei famigliari, secondo le proprie possibilità, si impegnava a esaudire.

Così il bimbo colse l’occasione per spiegare quello che aveva fatto, anche se l’albero non era caduto e non aveva quindi raggiunto il suo scopo. «Desidero che non mi diciate più in continuazione cosa devo fare. Non mi merito tutti questi rimproveri, perché ho sempre dimostrato di compiere il mio dovere. Non è dove è considerato una pianta sacra. Può raggiungere i 30 m. di altezza, con un tronco molto grosso e rami quasi orizzontali, dai quali scendono numerose radici, che col tempo diventano colonne utili a sorreggere il peso della chioma. Deve il suo nome all’uso dei Baniani, la casta dei commercianti, di tenere mercato sotto la sua ombra. Giusto sgridare quelli che ce la mettono tutta per fare bene le cose, solo perché si vorrebbe da loro sempre di più!» sentenziò a gran voce.

Quando terminò il solenne discorso, tutt’intorno ci fu un gran silenzio. Il nonno prese la parola: «Hai Ragione, Yamir, forse abbiamo esagerato. Sei un bambino rispettoso e ubbidiente. È inutile riempirti la testa con un sacco di raccomandazioni.

Faremo così: a partire da questo giorno, per te così importante, ognuno di noi ti dirà una cosa che, da quel momento, potrai scegliere se fare o meno. Sarà una tua piccola libertà. Ad esempio da domani potrai decidere tu quando finire i compiti, oppure dalla settimana prossima, dopo la scuola, potrai andare a giocare a piedi nudi al fiume e così per tutto l’anno. Tuttavia, dall’Albero della Luna, hai imparato che ogni regola può sembrare un colpo fastidioso, ma se ne accetti e ne comprendi il significato, potrà anche rinforzare il tronco e aiutarti a crescere meglio. Questo insegnamento ti è stato donato proprio l’albero che porta il tuo nome. Yamir, infatti, in lingua hindi, significa Luna.»

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso

Mamallapuram, India del sud, Aprile 2018

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Il viaggiator Curioso in India https://www.artevarese.com/india-prima-parte/ https://www.artevarese.com/india-prima-parte/#respond Fri, 24 Nov 2023 07:00:16 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72661 Nel video che vi presento racconto la storia di Yamir, un bimbo indiano di nemmeno sei anni e del suo rapporto con l’apprendimento delle regole. Ho scritto questa piccola novella perché spesso nella nostra vita capita di essere sommersi dalle norme, leggi, dettami, principi e da non comprenderne il significato. La narrativa indiana procede spesso […]

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Nel video che vi presento racconto la storia di Yamir, un bimbo indiano di nemmeno sei anni e del suo rapporto con l’apprendimento delle regole.

Ho scritto questa piccola novella perché spesso nella nostra vita capita di essere sommersi dalle norme, leggi, dettami, principi e da non comprenderne il significato. La narrativa indiana procede spesso per favole o parabole dalle quali si possono trarre insegnamenti che migliorano la nostra vita. Dopo averne ascoltate innumerevoli durante i viaggi in India voluto cercare di riprodurne lo stile e gli elementi essenziali. Il testo completo lo trovate nel libro “Un albergo a mille stelle” edito da Aporema. Questa nuova veste video-narrata mi pareva interessante per i Viaggiator Curiosi Per completezza riporto anche il testo e alcune immagini.

Il piccolo Yamir non aveva ancora compiuto sei anni quando il fardello delle responsabilità familiari lo travolse.

«Tra poco andrai a scuola: ora sei grande, devi studiare e imparare tutto!» ripeteva da giorni la mamma. «Devi impegnarti, non perdere tempo a giocare» continuava. Subito dopo la nonna aggiungeva: «Finita la scuola, starai in casa con me e farai i compiti!»

Lo zio faceva eco: «Ogni mattina passerai dal tempio a dire una preghiera, come ti ho insegnato. E ricordati le offerte a Saraswati, la dea della Conoscenza.»

«Terminati i compiti dovrai dare una mano alla mamma a riordinare la casa, mentre io sono ancora al lavoro» concludeva il papà.

E per finire: «La sera non potrai più andare a trovare il nonno per ascoltare le sue storie, perché dovrai mettere a letto i tuoi fratelli più piccoli.»

 

Eh, no… anche il nonno era davvero troppo! Tutti questi doveri, sopraggiunti così all’improvviso, gli stavano stretti: più lui cercava di essere diligente e più tutti continuavano ad aggiungere obblighi e restrizioni. Decise che era giunto il momento di fare qualcosa, ma occorreva un piano. D’ora in poi ogni volta che qualcuno mi farà una ramanzina, andrò di nascosto a prendere l’ascia del nonno e scaglierò un colpo al tronco del Grande Albero della Luna, pensò.

Il vegetale in questione era un Baniano, un enorme Fico del Bengala, che sorgeva in fondo alla radura da chissà quanti anni ed era diventato un albero sacro per tutto il villaggio. Quando la poderosa pianta sarebbe finalmente caduta, Yamir avrebbe spiegato a tutti la motivazione del suo clamoroso gesto. Così capiranno e mi lasceranno in pace! Gli sembrava una buona idea e cominciò subito a metterla in pratica. Con tutti i rimproveri che subiva ogni giorno, un colpo dopo l’altro, l’albero sarebbe di certo caduto in breve tempo.

Ci Vediamo settimana prossima con la seconda parte.

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso

Mamallapuram, India del sud, Aprile 2018

 

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Lo specchio e il volto – seconda parte https://www.artevarese.com/lo-specchio-e-il-volto-seconda-parte/ https://www.artevarese.com/lo-specchio-e-il-volto-seconda-parte/#respond Fri, 17 Nov 2023 08:00:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72548 Il contesto del XIII secolo era assolutamente ostile a qualsiasi apertura, sia dal fronte cristiano, con il Papa Gregorio IX schierato apertamente a favore delle Crociate, che da quello mussulmano, necessariamente orientato a cacciare gli infedeli dalla propria terra. Non dimentichiamo che S. Francesco fu uno dei primi personaggi “pop” della storia, cioè popolari, vale […]

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Il contesto del XIII secolo era assolutamente ostile a qualsiasi apertura, sia dal fronte cristiano, con il Papa Gregorio IX schierato apertamente a favore delle Crociate, che da quello mussulmano, necessariamente orientato a cacciare gli infedeli dalla propria terra.

Non dimentichiamo che S. Francesco fu uno dei primi personaggi “pop” della storia, cioè popolari, vale a dire quantomeno sulla bocca di tutti. Al di là delle leggende che si crearono intorno a questo episodio, probabilmente egli riuscì nel suo intento.
Questo si può dedurre ad esempio da alcuni oggetti preziosi, tra cui il famoso Olifante1, custoditi ancora oggi dai monaci del Convento di Assisi, che risalgono all’epoca in questione e sono di indubbia fattura araba. Francesco non avrebbe mai rubato qualcosa di prezioso, non sarebbe stato nel suo stile e il Sultano d’altro canto non avrebbe fatto doni costosi a qualcuno considerato “ambasciatore dei nemici”.

Ma come il nostro Santo riuscì in una missione che rimane impossibile anche oggi, a 8 secoli di distanza, resta tuttora un mistero.
Sicuramente Francesco e i Saggi islamici parlavano la stessa lingua. Alcune curiose somiglianze di pensiero fanno credere che ci sia stato qualche punto di contatto, ad esempio, tra le idee del Santo e la filosofia di Rumi, il più importante mistico Sufi di quel periodo.

Si sa però che Rumi nacque nel 1207, quindi quando Francesco si recò dal sultano avrebbe avuto soltanto 12 anni ma uno dei maestri del mistico, di nome Ibn Arabi2, potrebbe essere l’anello di congiunzione tra Francesco e la filosofia dei Sufi3 perché è noto che egli fu tra i sapienti che Francesco incontrò presso la corte del Sultano. Egli avrebbe quindi “assorbito” alcune delle idee di questo Saggio mussulmano, che sarebbero state in seguito anche l’ispirazione della poesia di Rumi. Ecco spiegata l’”assonanza” tra i due mistici.

Nel confronto tra le culture e le fedi non si può certo capire chi ha ragione e che ha torto perché tutti hanno ragione, secondo le proprie tradizioni e la peculiare storia che li caratterizza, mantenendo sempre in primo piano i principi dell’etica e della dignità umana.
In questa vicenda non esiste quindi uno specchio e un volto, un ideatore di filosofie e un altro che “prende spunto” da esso, come non c’è una religione giusta ed una sbagliata ma ci sono maestri e allievi che continuano l’infinita ricerca dell’uomo per capire dov’è finito Dio, partendo dal punto in cui è arrivato il pensiero che li ha preceduti, indipendentemente dalla provenienza, senza quelle barriere che purtroppo oggi ostacolano la diffusione di una libera riflessione comune sulla Fede.

Questo Francesco lo aveva capito “ante litteram”, con la semplicità e il senso pratico che ha contraddistinto la sua esistenza: ha preso il suo (leggerissimo) fagotto ed è andato a parlarci. Si, proprio con loro, con i nemici. Per capire come la pensavano.

Ed è persino riuscito ad imparare ed importare diversi elementi interessanti da questi “infedeli”: Il rosario, già utilizzato dai mussulmani per pronunciare i 99 nomi di Allah e introdotto da S. Francesco nel cristianesimo, la poesia come veicolo per l’elevazione spirituale, il saio di lana simbolo dei sufisti, che poi sarà tipico dei francescani (“lana” in arabo si dice Suf), la formula “La pace di Dio sia con voi”, con la quale il Santo iniziava le sue prediche (vi ricorda qualcosa il saluto arabo salām ‘alaykum4?)
Francesco quindi, come un moderno viaggiatore, si reca sul luogo, ascolta, apprende, si confronta e impara, riportando tutto a casa, fregandosene dell’opinione comune. I confini sono solo nella nostra mente.

Nell’immagine qui sotto: “San Francesco davanti al Sultano” è l’undicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi della Basilica Superiore di Assisi, attribuiti a Giotto, dipinti tra il 1295 e il 1299. (Fonte: Wikipedia)

1 L’olifante è uno strumento musicale, una specie di corno ricavato da una zanna di elefante, molto diffuso nel Medioevo.
2 filosofo, mistico e poeta arabo, conosciuto in Occidente come Doctor Maximus, nel 1198 ebbe una visione che gli ordinava di partire verso est, ove avrebbe passato il resto dei suoi giorni. Dopo alcuni anni di viaggio attraverso Arabia, Egitto, Asia Minore, ormai maestro di grande fama, si stabilì a Damasco dove incontrò il giovane Jalal al-Din Rumi, destinato a diventare il più grande poeta mistico della letteratura persiana medievale e divenne suo Maestro.

3 Come sostiene Maurizio Sabbatini nel suo saggio “Francesco d’Assisi, l’Islam e Mevlana Rumi”.
4 La Pace sia con voi, appunto

Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso
Assisi, Perugia – 22 marzo 2015
Shiraz, Iran – 1 maggio 2015

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Lo specchio e il volto – prima parte https://www.artevarese.com/lo-specchio-e-il-volto-prima-parte/ https://www.artevarese.com/lo-specchio-e-il-volto-prima-parte/#respond Fri, 10 Nov 2023 10:45:47 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72467 Siamo nel Parco dove si trova la tomba del Poeta Hafez: un tripudio di fiori e fontane davvero inatteso, qui alle porte del Grande Deserto. Serenità di un venerdì pomeriggio a Shiraz, nel sud dell’Iran. “Mi chiamo Hafez… si, proprio come il Poeta”, spiega il saggio sedendosi accanto a me, cercando di giustificare la mia […]

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Siamo nel Parco dove si trova la tomba del Poeta Hafez: un tripudio di fiori e fontane davvero inatteso, qui alle porte del Grande Deserto. Serenità di un venerdì pomeriggio a Shiraz, nel sud dell’Iran.

“Mi chiamo Hafez… si, proprio come il Poeta”, spiega il saggio sedendosi accanto a me, cercando di giustificare la mia faccia stupita.
“Vedi, per noi iraniani la poesia è tutto… in ogni casa abbiamo, accanto al Corano, le opere di Mevlana, Sa’di, Ferdowsī, ʿUmar Khayyām… Apri questo libro a caso e leggi qualche verso!”
Prendo il volume che mi porge. E’ accuratamente rilegato e decorato da interessanti miniature. Apro e leggo la traduzione dal persiano: “In verità siamo una sola anima, tu e io. Appariamo e ci nascondiamo, tu in me, io in te. Ecco il significato profondo della nostra relazione. Poiché fra te e me non esistono né tu, né io. Siamo al tempo stesso lo specchio e il volto.”

Sono versi di جلال‌الدین محمد بلخى‎, (Jalāl al-Dīn Rūmī), più conosciuto come Mevlānā, nato a Balkh, in Iran, nel 1207, Fondatore della confraternita sufi dei “Dervisci Rotanti” e considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana.
“Vedi, Per il nostro Maestro Rumi, l’Amore è di due categorie: c’è l’Amore Supremo, che è quello verso Dio, la Verità e c’è l’Amore determinato da questo, che è il riflesso in noi del sentimento divino, quindi l’Amore verso la Natura, l’amicizia, l’affetto verso la persona amata, i familiari, le creature viventi, l’intero cosmo.

Nella sua poesia Rumi lascia intenzionalmente ambiguità tra i confini di queste due dimensioni poiché crede che, se davvero una persona prova amore verso un altro essere vivente, questo non è altro che lo specchio della Carità Divina e una guida alla realizzazione dell’opera di Dio”.

Interrompo: “Quindi vuoi dire che…”
Nella generosità e nell’aiuto degli altri sii come un fiume” continua l’amico poeta recitando a memoria, “Nella compassione e nella grazia sii come il Sole. Nel nascondere le mancanze altrui sii come la Notte. Nell’ira e nella furia sii come la Morte. Nella modestia e nell’umiltà sii come la Terra. Nella tolleranza sii come il Mare. Esisti come sei e sii come appari.
Questo mi ricorda qualcosa.

Non è possibile: sia nei concetti espressi che nella struttura questi versi hanno lo stesso “sentire” del nostro Cantico delle Creature.
Più tardi scoprirò che San Francesco effettivamente compì un viaggio in Oriente, precisamente nel 1219 e arrivò fino al campo di battaglia della Quinta Crociata, presso Damietta, attualmente in Egitto, con lo scopo lungimirante di tracciare la Via della Pace tra Cristiani e Mussulmani. Per raggiungere il suo obiettivo volle addirittura incontrare il Sultano di Babilonia, al fine di spiegare a lui la sua posizione pacifista.

Il Sultano in questione era Mailk-al-Kamil, un re sufficientemente brillante per capire che aveva di fronte due personaggi altrettanto illuminati: Francesco D’Assisi e Fra’ Illuminato, per l’appunto, che accompagnava il futuro santo in tutte le sue avventure. Li invitò così a discutere di filosofia teologica con i suoi saggi, tra cui un certo Ibn Arabi. I due frati inspiegabilmente restarono diversi giorni alla Corte dei Sapienti mussulmani. Parlarono con loro. Forse si capirono.

FINE PRIMA PARTE

Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso
Assisi, Perugia – 22 marzo 2015
Shiraz, Iran – 1 maggio 2015

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Il viaggiator curioso, Costa Azzurra parte seconda https://www.artevarese.com/il-viaggiator-curioso-costa-azzurra-parte-seconda/ https://www.artevarese.com/il-viaggiator-curioso-costa-azzurra-parte-seconda/#respond Fri, 03 Nov 2023 11:37:02 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72351 La Costa Azzurra è nota anche per essere stata la patria adottiva di innumerevoli rappresentanti dell’arte del ‘900. Prima di passare alla seconda parte del video “Au Bord de la Mer” ecco una mia piccola considerazione sull’argomento.     E ci sono passati tutti da qui. Renoir comprò una casa a Cagnes sur Mer dove, […]

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La Costa Azzurra è nota anche per essere stata la patria adottiva di innumerevoli rappresentanti dell’arte del ‘900. Prima di passare alla seconda parte del video “Au Bord de la Mer” ecco una mia piccola considerazione sull’argomento.

 

 

E ci sono passati tutti da qui. Renoir comprò una casa a Cagnes sur Mer dove, ormai 78enne, dipinse i suoi ultimi, immortali, nudi; a Venice Chagall fu conquistato dalle forme inebrianti della ceramica; Van Gogh e Gauguin si rifugiarono ad Arles in cerca di nuovi colori; Cezanne, che abitava a L’Estaque, piccolo villaggio sul golfo di Marsiglia qui modellava forme ed elementi cromatici anticipando il Cubismo; Jean Cocteau fu cittadino onorario della città di Menton, Francis Scott Fitzgerald[1] era solito passare le estati a Cap Ferrat tra divertimenti e feste alle quali spesso partecipava un certo Ernst Hemingway; il piccolo paese di Collioure, una rigogliosa esplosione di fulgore, incantò Matisse e Derain. E poi soggiornarono su questa costa di incessanti meraviglie i puntilliste Seurat e Signac: calma e voluttà (poesia pura…); Picasso con la sua ultima amante Francoise Gilot, fu ospite allo Château Grimaldi di Antibes, dove domina il turchese del mare che è stato decantato addirittura da Prevért; persino i coniugi Maeght, i più noti galleristi di Parigi, decisero che Saint-Paul de Vence, non lontano da Nizza, era il luogo adatto per costruire la loro fondazione che avrebbe accolto alcuni tra i più grandi artisti del Novecento come Georges Braque, Alberto Giacometti, Alexander Calder, Joan Mirò

Immessi nelle sfumature di azzurro e d’ocra, assaporavano profumi delizianti, dolcezze serene, essenze impalpabili, sensazioni folgoranti che solo qui riuscivano prendere forma, materializzandosi in quelle idee che sarebbero diventate immortali.

E la sua luce, quella luce che…

Ci sono passati tutti da qui e adesso capisco perché.

Ivo Stelluti,

Il Viaggiator Curioso

[1]Il suo romanzo “Tenera è la Notte” è ambientato proprio in Costa Azzurra.

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Il viaggiator curioso, Costa Azzurra parte prima https://www.artevarese.com/il-viaggiator-curioso-costa-azzurra-parte-prima/ https://www.artevarese.com/il-viaggiator-curioso-costa-azzurra-parte-prima/#respond Fri, 27 Oct 2023 10:15:30 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72252 COSTA AZZURRA – PRIMA PARTE Innumerevoli sono i luoghi significativi da visitare in Costa Azzurra. Non basterebbe un ciclo intero di racconti per sfiorarne solamente i principali e comunque, girovagando tra i borghi e le città, si scoverebbe sempre qualche nuova meraviglia da descrivere. Nel video che vi propongo in questi due episodi non mi […]

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COSTA AZZURRA – PRIMA PARTE

Innumerevoli sono i luoghi significativi da visitare in Costa Azzurra. Non basterebbe un ciclo intero di racconti per sfiorarne solamente i principali e comunque, girovagando tra i borghi e le città, si scoverebbe sempre qualche nuova meraviglia da descrivere. Nel video che vi propongo in questi due episodi non mi sono soffermato su ciò che si può vedere in Costa Azzurra ma su quello che solitamente non si vede: il mondo sommerso. Sotto il velo dell’acqua si nasconde infatti una flora e una fauna che in questo tratto di mare è particolarmente rigogliosa, essendo tutelata da diversi parchi marini.

Questo viaggio nelle profondità marine del Mediterraneo è ben narrato nel Museo Oceanografico di Monaco dove già l’edificio nel quale è contenuta l’esposizione di per sé risulta sorprendente. Oltre alle vasche che ospitano le creature del mare, il museo ha diverse sale dedicate all’oceanografia e ad uno dei suoi padri fondatori: il “lupo di mare” Alberto I di Monaco che esplorò in lungo e in largo non solo il Mediterraneo ma anche le Azzorre e le regioni polari, riportando a casa diverse scoperte in campo scientifico e climatologico.

Io, nel mio piccolo, sono divertito a immergermi qualche metro di fronte alle note località turistiche di Menton, Roquebrune, Montecarlo, per andare a trovare chi si gode da lì sotto la “vita mondana” della Côte d’Azur.

Il titolo del video è proprio “Au Bord de la Mer”. Perdonatemi fin d’ora la qualità del risultato ma non sono certo un esperto di immersioni, né tantomeno di riprese video e non possiedo un’apparecchiatura professionale. Quel che conta è il messaggio che vorrei regalare: c’è sempre qualcosa da scoprire, basta cambiare punto di osservazione.

Ivo Stelluti, Il Viaggiator Curioso

 

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Vietnam – Seconda parte https://www.artevarese.com/vietnam-seconda-parte/ https://www.artevarese.com/vietnam-seconda-parte/#respond Mon, 28 Mar 2022 08:00:27 +0000 https://www.artevarese.com/?p=64749 In questa seconda puntata dedicata al Vietnam riporto finalmente, a grande richiesta, una parte del racconto che da il titolo alla mia raccolta del 2020 edita da Aporema: Un albergo a mille stelle. «Chi ha tanti soldi e viene in Cambogia dorme in un albergo a quattro stelle. Il cambogiano invece dorme in un albergo […]

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In questa seconda puntata dedicata al Vietnam riporto finalmente, a grande richiesta, una parte del racconto che da il titolo alla mia raccolta del 2020 edita da Aporema: Un albergo a mille stelle.

«Chi ha tanti soldi e viene in Cambogia dorme in un albergo a quattro stelle. Il cambogiano invece dorme in un albergo a mille stelle. Guarda là» e indica il villaggio di baracche, barche e palafitte di legno marcio, «il cielo, un’amaca e due alberi a noi possono bastare!» ci rivela scherzando Saveth, la nostra guida, che ha vissuto la sua infanzia sotto il regime di Pol Pot. Erano anni in cui, in nome di un’assurda ideologia, tutti i bambini venivano separati dai genitori e allevati in orfanotrofi comuni. Il suo racconto è straziante. Tra il 1975 e il 1979 circa un quarto della popolazione venne torturata o massacrata, non c’era cibo sufficiente e gli adulti erano obbligati ai lavori forzati. Chi riusciva a scappare all’estero, o almeno a darsi un’istruzione, era un privilegiato. «Il mio più grande desiderio ora è riuscire a mandare tutti e tre i miei figli all’Università.» È in luoghi come questi che dovremmo avvertire in modo profondo similitudini e diversità rispetto al nostro mondo, cominciando a capire e ad amare le differenze.

Certi viaggiatori si vantano spesso di sentirsi a casa loro quando si trovano in luoghi remoti. Io credo invece che dovremmo sempre sentirci spaesati di fronte all’altrove. È così che comincia il viaggio: un primo passo per andare oltre. Solo percorrendo le vie della terra possiamo renderci conto che ormai siamo abituati a dare troppe cose per scontate. Ciò che per noi è un momentaneo disagio, per la maggior parte del pianeta è la normalità. Aprire un rubinetto e veder scorrere l’acqua, addirittura calda, mangiare tre volte al giorno, accendere l’irrinunciabile condizionatore sono privilegi che possiede meno del 10% della popolazione mondiale. Da queste parti il diritto alla vita, magari anche dignitosa, è un’immensa fortuna, o anche soltanto un’attesa karmica della prossima reincarnazione. In ogni angolo del Vietnam e della Cambogia che abbiamo percorso, grazie anche alla generosità di tanti amici, abbiamo lasciato una piccola traccia del nostro passaggio: una moneta, una carezza, palloncini per i bambini, qualche donazione alle scuole. Ciò che potrebbe sembrare un piccolo gesto, per loro è sempre un grande dono. Di sicuro lo è stato per noi.
Vietnam e Cambogia, 10 – 26 Ottobre 2015

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Le prossime due puntate sono dedicate al Vietnam. Cominciamo subito con l’itinerario di viaggio e con un particolare video dedicato ai bambini incontrati nei villaggi di questa meravigliosa terra.

HANOI Museo etnologici, parco all’aperto con ricostruzione capanne, Lago della Spada Restituita, Tempio della letteratura, Cortili con Bonsai, Museo delle Belle Arti, Cattedrale si S. Giuseppe, Lago Hoankiem, Isola Tempio Ngoc Son Tour in risiò ,Spettacolo di marionette sull’acqua, Quartiere Francese, Teatro Operà, Hotel Metropole, percorso in treno per LAO CAI (montagne del nord), Mercato di Coc Ly (Bufali), Visita a piedi villaggio Tay, Trung Do, Risaie, Coltivazioni di Tapioca, Passeggiata attraverso i villaggi Lao Chai (Monti Neri), BAIA DI HALONG tour in barca tipica, Grotta Sungsot (Surprise Cave), Lezione di Taichi, Escursione in canoa Laguna di Luon (Grotta), HUE Fiume dei profumi, gita in barca, Pagoda della Signora Celeste (Torre), Casa Giardino, Città imperiale (Città purpurea proibita), Giardino di Coha, Tomba di Tuduc, (Parco, laghetto con isola, alberi di Frangipani), tomba di Khai Dinh, In auto Passo delle Nuvole DANANG tempio Taoista, Museo Cham, Montagne di MArmo, Tempio della grotta, HOIAN giro in bicicletta (spiaggia), LAnterne lungo il fiume, MY SON sito archeologico Cham, Spettacolo di danza, Passeggiata nel bosco, Fabbrica della seta, Ponte Giapponese, Scuola Cinese, Fujian, Visita ad una Casa tipica con cortile interno, Mercato del pesce, Escursione in barca a remi con candele, SAIGON Tempio dell’imperatore di giada, Museo di Storia, Museo d’arte, Galleria San Art, Quartiere Francese, Cattedrale, Poste, Palazzo della Riunificazione, Teatro dell’Opera, Spettacolo teatrale di una compagnia vietnamita, DELTA DEL MEKONG cai be, isola di Tan Phong, escursione in bicicletta nel villaggio, case galleggianti, corso di cucina, Escursione in barca a remi nei rami interni del fiume, Mercato galleggiante.

Buon viaggio!

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