Performance Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/performance/ L'arte della provincia di Varese. Tue, 22 Nov 2022 18:20:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Performance Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/arte/performance/ 32 32 Se potessimo scrivere la parola fine https://www.artevarese.com/se-potessimo-scrivere-la-parola-fine/ https://www.artevarese.com/se-potessimo-scrivere-la-parola-fine/#respond Tue, 22 Nov 2022 18:30:45 +0000 https://www.artevarese.com/?p=68157 Nel 1999 le Nazioni Unite  hanno introdotto la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 novembre è stato scelto per ricordare l’uccisione delle tre sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal da parte del regime dittatoriale domenicano. Con questa ricorrenza l’ONU si è posta come obiettivo la sensibilizzazione a livello internazionale […]

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Nel 1999 le Nazioni Unite  hanno introdotto la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 novembre è stato scelto per ricordare l’uccisione delle tre sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal da parte del regime dittatoriale domenicano.

Con questa ricorrenza l’ONU si è posta come obiettivo la sensibilizzazione a livello internazionale su questo argomento cercando di dare un supporto concreto a tutte le donne e/o bambine colpite da atti di violenza psicologica o fisica.

Per ricordare l’importante riconoscimento della fondamentale lotta contro la violenza di genere, sabato 26 Novembre, alle  16.30, nel piazzale Monsignor Gandini 9, antistante la Biblioteca Civica Ettore Pozzoli di Seregno, l’Associazione culturale Jam Factory, con il patrocinio del Comune, propone il racconto, in forma di performance artistica, di alcune delle tante forme di violenza che vengono esercitate sulle donne.

Sette storie che prendendo spunto da vicende di violenza realmente avvenute vogliono ricordare alle donne ed agli uomini ciò che accade continuamente. Jam Factory, dopo la mostra collettiva “Caino chi?”, prosegue nella sua ricerca artistica e propone un nuovo evento rivolto a tutti coloro che hanno a cuore la realtà sociale, la cultura ed il rispetto di tutte le persone.

 

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Il regista Kestenholz omaggia l’opera di Vincenzo Vela https://www.artevarese.com/lartista-adriano-kestenholz-fa-rivivere-lopera-di-vincenzo-vela/ https://www.artevarese.com/lartista-adriano-kestenholz-fa-rivivere-lopera-di-vincenzo-vela/#respond Tue, 31 Aug 2021 16:00:57 +0000 https://www.artevarese.com/?p=62356 Ligornetto – L’idea è stata quella di riconsegnare l’opera di Vincenzo Vela al nostro tempo attraverso i mezzi tecnologici utilizzati oggi”. Così esordisce il regista Adriano Kestenholz, autore della videoinstallazione musicale “Il sogno della materia” presentata in occasione del bicentenario della nascita dell’artista ticinese (1820-1891), nella sede espositiva museale intitolata allo scultore. Nella videoinstallazione le […]

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Ligornetto – L’idea è stata quella di riconsegnare l’opera di Vincenzo Vela al nostro tempo attraverso i mezzi tecnologici utilizzati oggi”. Così esordisce il regista Adriano Kestenholz, autore della videoinstallazione musicale “Il sogno della materia” presentata in occasione del bicentenario della nascita dell’artista ticinese (1820-1891), nella sede espositiva museale intitolata allo scultore.

Nella videoinstallazione le opere plastiche di Vela vengono accompagnate e “accarezzate” dalle note della composizione musicale, creata per l’evento da Andreas Pflüger che si è ispirato a sette tematiche dell’opera dell’artista. Si spazia dunque dalle allegorie, alle grandi figure della storia del Risorgimento, dalla rivolta e riscatto degli eroi, ai volti, che Vela penetra attraverso gli sguardi, individuandone le pieghe dell’anima, fino alla memoria, al ricordo.

Le suggestive immagini si susseguono trascinando il visitatore in una dimensione onirica, dove le sculture, ora si stagliano tra i musicisti, ora appariono tra gli strumenti. Figure a volte eteree altre volte spettrali si muovono in uno spazio immaginario, in un luogo altro. I modelli in gesso conservati nella casa-museo dell’artista rincontrano e si sovrappongono alle rispettive opere realizzate in bronzo e marmo collocate in vari luoghi d’Italia, in Svizzera e in Francia.
“Ho voluto far sì che chi entra al museo- precisa Kestenholz – possa vedere sia i gessi sia le statue site al di fuori dei confini, e viceversa, creando uno spazio immersivo. Un luogo dove il lontano si avvicina”.

Lo spazio invade il tempo mentre il tempo lo spazio…La musica diventa linguaggio capace di interpretare emotivamente la forza dell’opera plastica di Vincenzo Vela. Hanno interpretato la composizione di Andreas Pflüger: Alessandro Calcagnile, direttore d’orchestra, Laura Catrani, soprano, Linda Hedlund, violino, Claude Hauri, violoncello, Giovanni Mareggini, flauto, Antonio Faillaci, tromba, Simone Beneventi, percussione, Flavio Tanzi, percussione e Marco Sitzia, percussione.

L’installazione di Kestenholz è parte integrante di un progetto transmediale che raccoglie il documentario musicale, una serie di video clip e l’installazione, ognuno declinato in diversi modi: per la televisione, il web e la visita al museo.

Sarà possibile entrare in questo mondo creato da Adriano Kestenholz fino al 12 settembre. Intanto, domenica 5 settembre, in occasione del “primo compleanno” della Rete MAM (Musei d’Arte del Mendrisiotto) i cinque musei di cui si compone, saranno accessibili gratuitamente. Al Vela, alle 17, invita i visitatori a incontrare l’artista e regista Adriano Kestenholz, autore della videoinstallazione. Orari fino alla chiusura della mostra: da martedì a domenica: 10 – 18.

E.F.

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“Insight”: le storie personali diventano narrazione artistica https://www.artevarese.com/insight-le-storie-personali-diventano-narrazione-artistica/ https://www.artevarese.com/insight-le-storie-personali-diventano-narrazione-artistica/#respond Sat, 08 May 2021 19:00:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=60475 Varese – Inizia il conto alla rovescia per l’apertura di INSIGHT Foto Festival, la prima edizione della rassegna di fotografia contemporanea in programma dal 21 al 30 maggio in tutta la città. Un evento di APS Gattabuia, diretto e curato da Daniela Domestici e Chiara Del Sordo in collaborazione con Laura Davì alla direzione artistica. […]

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Varese – Inizia il conto alla rovescia per l’apertura di INSIGHT Foto Festival, la prima edizione della rassegna di fotografia contemporanea in programma dal 21 al 30 maggio in tutta la città. Un evento di APS Gattabuia, diretto e curato da Daniela Domestici e Chiara Del Sordo in collaborazione con Laura Davì alla direzione artistica. Diverse le sedi che ospiteranno mostre, libri d’artista, proiezioni, talk, performance artistiche e visite guidate che cambieranno il volto del centro cittadino per dieci giorni. La manifestazione intende essere un propulsore di percorsi di educazione all’immagine e un incubatore di iniziative fotografiche per la promozione della produzione artistica del territorio.

Il tema della rassegna
E’ sul concetto di identità il focus dell’iniziativa. Un tema nel quale confluiscono molteplici significati come la consapevolezza di sé, della propria storia e unicità, di relazione e contatto con l’altro. La fotografia diventa così una ricerca personale: tramite l’arte si indagano connessioni con il proprio contesto affettivo, familiare, territoriale, con le proprie origini e i ruoli sociali, rappresentando storie intime personali e universali. Così, visioni, interpretazioni e tracce, personali e intime, scandiscono i racconti .

Protagonisti gli autori emergenti
Gli organizzatori puntano sugli autori emergenti rendendo le loro opere protagoniste di mostre fotografiche in differenti location nel centro della città e promuovendo numerosi eventi culturali. Le esposizioni sono arricchite da visite guidate con gli autori, da video-interviste che rivelano il mondo creativo e più nasconsto degli artisti, da conversazioni, da performance artistiche, a dimostrazione di quanto sia sottile il confine tra fotografia e arte contemporanea. Gli autori in mostra saranno: Monica Cattani, Federica Cocciro, Diana del Franco, Giacomo Infantino, Giovanni Mantovani, Luca Marinaccio, Camilla Miliani, Antonio Miucci, Jessica Raimondi, Ilaria Sponda, Marta Viola e l’opera video di Phroom.

Fare rete, tessere relazioni, e aprirsi al dialogo
Il Festival stabilisce connessioni con il territorio: nell’ambito della rassegna confluiscono anche molte iniziative indipendenti che ne condividono la visione. Al di fuori del contesto cittadino, fulcro di questa prima edizione, anche INSIGHT-OUT un’apertura all’esterno in sinergia con il Festival. Non mancheranno i laboratori, attivati con il Liceo Classico Cairoli di Varese condotti dalla fotografa Rosy Sinicropi.

Per chi volesse entrare a far parte dello staff del Festival e fare esperienza sul campo nel settore culturale come volontario (dall’accoglienza del pubblico, al coinvolgimento nella diffusione dell’iniziativa, dall’allestimento delle mostre, insieme agli artisti e alle curatrici sino all’assistenza delle visite guidate) può consultare ill sito www.insightfotofest.it/diventa-volontario/ e compilare il form con i propri dati.

Per informazioni sul programma del Festival: https://www.insightfotofest.it/programma/

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Freedom Peace Justice https://www.artevarese.com/freedom-peace-justice/ https://www.artevarese.com/freedom-peace-justice/#respond Thu, 15 Apr 2021 10:28:04 +0000 https://www.artevarese.com/?p=60119 Busto Arsizio – Le immagini scorrono veloci come frustate che percuotono il corpo di un uomo. E’ la suggestiva e nuova performance dell’artista Alex Sala, “Colpi di Grazia”, suddivisa in tre atti dei quali  il primo, intitolato “Freedom Peace Justice”, è stato registrato allo Spazio Arte Carlo Farioli. “Sono colpi di grazia inflitti a un […]

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Busto Arsizio – Le immagini scorrono veloci come frustate che percuotono il corpo di un uomo. E’ la suggestiva e nuova performance dell’artista Alex Sala, “Colpi di Grazia”, suddivisa in tre atti dei quali  il primo, intitolato “Freedom Peace Justice”, è stato registrato allo Spazio Arte Carlo Farioli.
“Sono colpi di grazia inflitti a un corpo inerme e incapace di difendersi, spiega la critica d’arte Sonia Catena – simbolo delle ferite inferte alla popolazione europea. Questi frammenti visivi sono tracce di storia, dettagli che l’artista ha dapprima selezionato e isolato per “ricucirli” insieme, in un secondo momento, in un racconto storico, un dialogo serrato fra passato e presente”.
Freedom Peace Justice è il primo atto di un trittico performativo progettato durante l’emergenza sanitaria che riflette su ciò che siamo diventati in questo ultimo anno.
Le visioni delle due guerre mondiali si intrecciano a ritagli della storia presente, quella dell’emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo, proprio in questo attimo.
“Se eliminiamo il contesto e gli elementi superflui – prosegue la critica d’arte – ci rendiamo conto che emerge con forza la figura dell’essere umano: donne, bambini e uomini. Isolando tali figure dal flusso narrativo comprendiamo come le persone siano sempre al centro della storia e con un destino comune, quello di attraversare i periodi storici senza lasciare un segno visibile del loro passaggio”.
A tal proposito Alex Sala afferma: “Le nostre esistenze trascorrono più come una sorta di osservazione del presente. Non credo che gli uomini facciano la storia, la vivono senza accorgersene, più o meno in uno stato di inconsapevolezza dovuta da una serie di azioni ripetitive che hanno quasi sempre la tendenza ad emulare i predecessori oppure a superarli, ma anche questa è una illusione dell’ego”.

Un’azione performativa quella di dell’artista che rientra a pieno titolo nelle pratiche artistiche come attivismo politico e il cui messaggio si fa sociale oltre che estetico ed eidetico.
Difatti come precisa Sonia Catena “Le performance di Sala sono sempre prese di posizione; l’artista non resta a guardare e attraverso la sua personale flagellazione contemporanea tenta di sollevare domande, critiche e rovesciare il presente. Limitazioni della libertà, manipolazioni, discriminazioni, diritti umani violati sono i principali temi della sua poetica artistica e che invitano ad andare oltre l’aspetto artistico e visivo per “sentire” e partecipare attivamente alla sua azione”.

Il tema iconografico della flagellazione del Cristo, diventa il pretesto per raccontare anche la figura di Gesù come uomo fra gli uomini. Per l’artista Cristo rappresenta infatti colui che è punito dalla società per aver tentato di liberare il popolo dalla tirannia facendo leva su principi di libertà interiore e forza spirituale.
“Ho preso come riferimento la sua storia – interviene l’artista – che racconta appunto di un ribelle che tentava di risvegliare la coscienza delle persone attraverso predicazioni ed azioni.”
“Il primo atto della performance si compie davanti ai nostri occhi – conclude la storica -, un’unità drammatica di un testo narrativo ancora in fieri. E poi vi sono le pause tra un atto e l’altro, momenti di riposo per il performer e per noi, che consentono una riflessione: chi siamo diventati? Chi diventeremo come individui e come società? Queste le domande che ci lascia l’artista”.

Un’opera che smuove le coscienze. Ogni immagine che scorre sulla schiena dell’artista si avverte veloce e dolorosa. Entra nella pelle dell’artista, prende forme e colori diversi; cambia continuamente. Un vortice di vita, sofferenza, tensione e morte. E’ la storia, la nostra storia che grida e urla in un assordante silenzio…in attesa di nuova luce che irrompa nel buio dell’umanità.

E. Farioli

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Cercare la libertà dentro se stessi https://www.artevarese.com/cercare-la-liberta-dentro-se-stessi/ https://www.artevarese.com/cercare-la-liberta-dentro-se-stessi/#respond Wed, 20 Jan 2021 08:00:03 +0000 https://www.artevarese.com/?p=58689 Busto A. – Ecco, ci risiamo… In molti confidavano nel nuovo anno per ricominciare, per reinvetarsi, ricostruire un presente e iniziare a intravvedere un futuro. Invece, a passo di gambero, si torna alle tensioni, ai timori e alle incertezze che hanno caratterizzato il 2020. I piccoli spiragli di luce, intesi come “ritorno alla libertà”, si […]

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Busto A. – Ecco, ci risiamo… In molti confidavano nel nuovo anno per ricominciare, per reinvetarsi, ricostruire un presente e iniziare a intravvedere un futuro. Invece, a passo di gambero, si torna alle tensioni, ai timori e alle incertezze che hanno caratterizzato il 2020. I piccoli spiragli di luce, intesi come “ritorno alla libertà”, si sono spenti un’altra volta.
Il giallo, l’arancione e il rosso, che in una tavolozza rappresentano trionfi di gioia e calore, per il nostro sofferente “Stivale” e non solo, ormai hanno assunto sfumature cupe e fredde, condizionando abitudini e vita. Mesi e giorni difficili trascorsi e che trascorrono in preda alla paura della pandemia ma anche della rabbia. Momenti nei quali spesso ci si sente persi e il senso di solitudine diventa ossessivo soprattutto ripensando alla quotidianità alla quale eravamo abituati. Ma non per tutti è così.

L’artista Alex Sala definisce questo periodo, sotto il profilo creativo, “interessante, se non il più importante della sua vita”.
“Non c’è più nessun fuori. Se esiste una libertà bisognerà cercarla dentro”. “Così recita una frase di Peter Hoelg – sottolinea Sala. Il momento che viviamo ci offre la possibilità di prendere il tempo, dilatarlo e rinnovarlo”.

L’artista riflette e condensa in una video performance il suo pensiero e ci fa riflettere. Un viaggio nel tempo che narra la più recente storia. Una finestra si apre su vecchi ricordi mentre la memoria raggiunge quei momenti. Sala si copre il volto con un foglio nero. E tutto diventa buio. La luce torna e illumina le mani. Su quelle mani che lavorano, che toccano, che ci hanno permesso di provare emozioni, si aggrappa il virus. Mani sulle quali l’artista si sofferma, con un primo piano che ci costringe a non togliere lo sguardo mentre vengono immerse in una bacinella d’acqua quasi come in un rito di purificazione…
Per Sala questo periodo è un’occasione di profonda ricerca che spiega – “cresce in modo quasi automatico, non meccanico. Sto lavorando a dei progetti personali e con altri artisti.La parte interessante è che sono nate delle nuove collaborazioni, anche molto intense, dovute alla particolarità di questo momento in cui non si può prevedere ciò che avverrà” .
Si aprono un nuovo tempo, una nuova era dove il cambiamento sarà il frutto di ciò che vedremo. Di certo nulla sarà più… come prima.

E. Farioli

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