Philippe Daverio ospite a VaresePhilippe Daverio ospite a Varese

"L'azienda è un posto che deve garantire, oltre a buoni ed efficienti prodotti, anche un ambiente esteticamente valido. Oltre al carisma, l'imprenditore deve avere gusto e sensibilità per la bellezza".
Philippe Daverio ha esordito così, tenendo a battesimo il volume "Varese in the world", pubblicato da Macchione Editore con una ricchissima carrellata di manifesti d'epoca, etichette e cartoline utilizzati nel passato dalle imprese della provincia di Varese come strumenti pubblicitari.

"Fare impresa – ha specificato Daverio, incalzato dal giornalista Gianfranco Fabi alle Ville Ponti – significa misurarsi ed essere continuamente stimolati dalla concorrenza. Occorre ricordare che il successo di un'azienda è affidato non solo alle capacità di chi la dirige ma anche di chi ci lavora, spendendo talenti, creatività e professionalità, cercando di affrontare, nel modo migliore, le condizioni del mercato. Creare è creare e avere a cuore la bellezza di una grafica, di una casa, di un paesaggio, è prima di tutto una faccenda etica".

Ma che rapporto esiste tra mondo dell'arte, industria culturale e nuove imprese creative? Affinché la parola "Cultura" sia abusata, non si tramuti in un contenitore sbandierato ma privo di contenuto effettivo, vorremmo parlare un po' di numeri.

Da che cosa è composto, oggi, il settore artistico? E da

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quali attività o impieghi lavorativi è caratterizzato?
Il core dell'arte stricto sensu è costituito da attività prototipali, dalla galassia degli artisti, dal vasto mondo del patrimonio storico-artistico che si trova nei musei e nelle gallerie e dallo spettacolo dal vivo.
Un settore immenso (basti pensare ai soli 4500 musei del Paese, di cui 450 statali) che risentono di una forte dipendenza dal settore politico-pubblico per reperire fonti per il proprio sostentamento.
In questo caso, sarà sufficiente citare il FUS, Fondo unico per lo spettacolo, il noto meccanismo creato con l'articolo 1 della legge 30 aprile 1985, n. 163 ed utilizzato per regolare l'intervento pubblico nei settori del mondo dello spettacolo (cinema, teatro, musica, etc). Il FUS fornisce sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni, organismi e imprese operanti in cinema, musica, danza, teatro, circo e spettacolo viaggiante, nonché per la promozione ed il sostegno di manifestazioni e iniziative di carattere e rilevanza nazionale in Italia o all'estero.

Ma torniamo all'immenso bacino dell'Arte. Chi la fa oggi? In seconda battuta esistono le industrie culturali che operano nel settore web, radio, TV, film, editoria e stampa in generale. Qui conta molto lo sviluppo aziendale-economico e finanziario oltre ad un'elevata dose di innovazione e di acume creativo.

Ma poi, e qui ci interessa di più, esistono le industrie creative, o meglio, le imprese culturali, un piccolo mondo – in Italia, ancora in via di formazione embrionale – che mixa promozione artistica, culturale e commerciale.
Attraverso il linguaggio sociale di eventi artistici (ma anche festival, promozione di libri, laboratori ed

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enogastronomia) si vuole offrire sia un servizio di promozione dell'evento stesso, curato e studiato da una direzione artistica diretta, sia un servizio di informazione, comunicazione e commercializzazione.
Le imprese culturali, attraverso un costante lavoro sul territorio nel quale operano, si pongono l'obiettivo di essere un circuito, un ponte di elaborazione a più livelli dove poter creare e inoltre poter favorire dei servizi agli utenti. L'aspetto umano essenziale è determinato nel mettere prima di tutto la persona, la gente.

Qui contano l'estensione del tasso di partecipazione, una qualità progettuale elevata, in grado di superare la mera logica dello sponsor (i privati, oggi, vogliono partecipare attivamente e non solo con l'esibizione del logo). Ma proprio di fronte alle imprese culturali, oggi, manca una politica in grado di abilitare le condizioni generali affinché esse si sviluppino e possano crescere.

Il consumatore è sempre più consapevole ed informato e si affida più al passaparola che all'assorbimento di semplice pubblicità. Oggi, occorre saper progettare esperienze altamente partecipative: la dominante esperienziale deve essere sempre più memorabile, stimolante perché multisensoriale e altamente coinvolgente dal punto di vista emotivo. Il legame e il senso di appartenenza contano di più della stessa merce.

Per i più curiosi, segnaliamo la campagna pubblicitaria del Metropolitan Museum of Art (a costo zero e ad alto tasso di partecipazione e condivisione) e il Flashmob di Valencia (Spain): Opera at the market 2009
(grazie ad Alessandro Bollo – Fondazione Fitzcarraldo – per le preziose segnalazioni).

In più, segnaliamo due appuntamenti che ci paiono particolarmente interessanti e legati a questi temi: 
"Bellezza che vive. Immagini di volontari per la cultura in azione"
Stati Generali del Volontariato Culturale
3 dicembre – Convegno
Milano, Galleria d'Arte Moderna, Villa Reale, via Palestro 16
1-16 dicembre – Mostra
"Bellezza che vive", immagini di volontari per la cultura in azione, via Dante