Il libro del Gruppo Archeologico di GallarateIl libro del Gruppo Archeologico
di Gallarate

Il libro raccoglie gli atti della giornata di studi "Magnis itineribus contendere" dell'aprile del 2008, organizzata in occasione del decennale dell'associazione, dedicata alla memoria della compianta M. A. Binaghi, funzionario di Sovrintendenza, tragicamente scomparsa nel 2004 e legata al gruppo gallaratese da rapporti lavorativi e di amicizia.

Il libro. Non a caso è stato scelto il titolo del volume: procedere a grandi tappe, espressione di cesariana memoria, ben sottolinea le intenzioni del gruppo archeologico. L'introduzione e la presentazione ospitano gli interventi della funzionaria Dott.ssa Grassi e della conservatrice del Museo Archeologico di Arsago, la dott.ssa Alpago Novelli. Da entrambe giunge un sentito ringraziamento al gruppo gallaratese per la preziosa e costante collaborazione: come già nel 2003 disse la dott.ssa Binaghi, il volontariato può fare molto per l'archeologia, mediante segnalazioni, interventi, divenendo uno strumento di collegamento con le istituzioni.

Il volume presenta diversi interventi, tutti ben orchestrati, secondo uno schema che parte da lontano per poi chiudersi lì dove si svolse la giornata di studi del 2008, ovvero Arsago. Di grande respiro e di gusto

Il sito di Arsago SeprioIl sito di Arsago Seprio

squisitamente antiquario è il contributo di Massimo Palazzi, che immagina un itinerario fantastico nel territorio varesino, nei luoghi che più sono stati significativi per la storia locale. Questo viaggio è ricostruito attraverso le testimonianze di eruditi dei secoli scorsi: uomini come Bonaventura Castiglioni, Carlo Bascapè, Gaudenzio Merula, vissuti in periodi storici diversi, non archeologi, ma appassionati, proprio come gli appartenenti al gruppo archeologico di Gallarate.

Ed ecco quindi, di pagina in pagina, un ipotetico antico viaggiatore scendere dalle Alpi, passare per l'Ossola e giungere al lago Maggiore; e poi a Sesto Calende, Angera, Varese, Castelseprio e Gallarate, per chiudere con Arsago e Golasecca. Legati a scavi sono i contributi di Cristiano Brandolini e Monica Motto, entrambi archeologi. Il primo si occupa dell'intervento archeologico nel 1995 a Mezzana di Somma Lombardo, in una abitazione privata: sotto il pavimento di un locale emersero quattro sepolture di epoca romana, due in nuda terra e due alla cappuccina, databili fra II e IV sec. d.C.

CastelseprioCastelseprio

Il secondo intervento riguarda lo scavo della ex chiesa di S. Giulio a Cassano Magnago nel 2002, condotto dalla stessa Monica Motto, affiancata dai volontari. I lavori, che si concentrarono nel piano terra dell'edificio, portarono alla luce le varie fasi della chiesa, anzi più indietro ancora della sua costruzione. Infatti frammenti di ceramica di IV-V sec. d.C. lasciano supporre un edificio precedente, forse a carattere agricolo o religioso, mentre la chiesa risalirebbe al V sec. d.C. Ecco quindi due piccole significative testimonianze di una archeologia a portata di mano, nascosta, ma ricca di informazioni, accessibile a chiunque sia legato al passato: a questo scopo, il connubio archeologi professionisti e volontari diventa veramente una ulteriore risorsa.

Sempre legato agli scavi e in particolar modo ai ritrovamenti della ex chiesa di S. Giulio a Cassano Magnago, è il contributo più scientifico dell'intero volume, ovvero il resoconto, ad opera dei dott.ri Palazzo, Congiu e Sassi, delle indagini di laboratorio su uno degli scheletri ritrovati nelle sepolture dell'edificio religioso. Il fatto che un volume prevalentemente archeologico dia spazio a questo tipo di contributi è il segnale di una archeologia in movimento che si accompagna, nella sua ricerca sul passato, ai più moderni strumenti di analisi.

I contributi di Deiana, Cocomazzi e Sironi portano il lettore a Castelseprio. Alessandro Deiana, con una

Percorsi guidati a GolaseccaPercorsi guidati a Golasecca

sintesi precisa e chiara, racconta gli ultimi cinquanta anni di scavi a Castelseprio: dagli anni Cinquanta sino ai giorni nostri è stato un susseguirsi di persone, metodologie, tutte importanti nella comprensione del sito. Interessanti spunti di ricerca presentano i contributi di Pier Giuseppe Sironi e Fabio Cocomazzi. Il primo, in un breve intervento, riporta l'attenzione sulla etimologia della parola Segobrigum/Severum, presentando varie ipotesi di lettura e l'attuale stato degli studi. Il secondo affronta la delicata questione della zecca di Castelseprio. Inquadrando il problema all'interno di un più ampio discorso sulla monetazione in epoca altomedievale, l'autore propone la presenza a Castelseprio di una zecca fissa.

Il volume si chiude con il resoconto della visita guidata alla Basilica e al battistero di Arsago Seprio – effettuata in occasione della giornata di studi – a quanto di maestoso e bello il passato lascia al moderno, perché se ne occupi. E come sottolinea Massimo Palazzi nella sua conclusione, la valorizzazione, la cura del patrimonio locale sono gli scopi di tutti, Sovrintendenza e volontariato. Non a caso, la terza di copertina riporta uno stralcio del diario di Ercole Ferrario, vissuto alla fine del XIX secolo, che qui riportiamo. Questi, quando un contadino gli chiese come mai raccogliesse gli oggetti antichi pur non essendo un esperto, rispose: "Io imito que' Signori che vanno in cerca di libri e stampe antiche, non perché ne abbiano essi a far uso, ma per impedire che vadano dispersi, ed affinchè gli studiosi possano senza troppo stenti consultarli e approfittarne".
A ragione ritengo che questo sia lo spirito che anima il gruppo archeologico DLF di Gallarate e che questo volume ben evidenzia.