Uno dei capitelli di VoltorreUno dei capitelli di Voltorre

Il Chiostro di Voltorre, tra i più preziosi esempi di architettura romanica della provincia di Varese, risale, per la parte oggi visitabile, al secolo XI, sebbene la sua storia sia molto più antica. Il complesso edilizio dedicato a San Michele, divenuto monumento nazionale nel 1911, è composto da una chiesa, un chiostro, una torre campanaria ed alcuni ambienti di servizio. Restaurato ad opera della Provincia di Varese, proprietaria del Bene, è oggi interamente visitabile ed ospita importanti mostre ed eventi.

Le vicende che qui ebbero luogo, dalla sua fondazione avvenuta per opera di monaci Fruttuariensi – che qui vissero osservando la Regola di San Benedetto, pregando, coltivando la terra, ospitando pellegrini e forse miniando codici fino al XVI secolo, quando il monastero venne accorpato ai canonici Lateranensi di Santa Maria della Passione di Milano – fino al 1798, anno in cui, in seguito ai decreti napoleonici di requisizione dei beni degli ordini religiosi, venne smembrato e venduto a privati, si intrecciano strettamente con gli avvenimenti che, in sette secoli di storia, interessarono la Lombardia, l'Italia e l'Europa intera.

Passeggiando oggi tra le snelle colonne del chiostro, immersi nel silenzio che ancora induce alla riflessione e alla contemplazione
, è possibile leggere, scritto nelle pietre, nei magnifici capitelli scolpiti ognuno con un tema diverso, con fogliame, creature mitiche ed evocative,

Il chiostro di VoltorreIl chiostro di Voltorre

nodi e simboli antichi, lo scorrere del tempo…

Ecco i passi dei monaci che andavano alla Messa nella notte più buia, ecco il rumore dello scalpello del magister, intento a scolpire la tenera pietra d'arenaria, che qui lascerà la sua firma, incisa in un capitello: Lanfranco da Ligurno. Ecco il suono del tempo passato…

Per informazioni e visite guidate
Tel. 0332/731402 – info@chiostrodivoltorre.it

Espongono: Agostino Alloro (Via Vittorio Arconti, 43 – Gallarate), Annalisa Bassanini Restauri (Via Bignami, 3/A – Lodi), Antichità di Francesco Quagliata (Via Verdi, 55 –  Gemonio), Antichità Restauri Binda (Via Rossi, 43 – Barasso), Arte e Mestieri di M.C. Bottini (Via Mentana, 16/A – Busto Arsizio), Raffaella Bennati (Studio di Restauro, Via A. Volta, 12 – Gazzada), Bianchi Norma Antichità (Via Roma, 19 – Castiglione Olona), Renzo Bianchi snc (Via S. Quasimodo, 7 – Varese), Costantino Caffi (Restauri e Antichità, Via Castiglioni, 8 – Castiglione Olona), Pietro Di Rico (Via Lablena, 96 – Laveno Mombello), Nicora Fabio (restauro e conservazione esterni ed interni di edifici d'epoca, Via Annunciazione, 22 – Sacro Monte di Varese), Fabio Rizzato (Viale Belforte, 248 – Varese), Franco Luraschi (Giocattoli antichi, Viale Coccetti, 13 – Venegono Superiore), L'arte del restauro di Ballerio Luigi – Antichità (Via Borri, 368 –  Varese), Lo scrigno dei ventagli di Tacca Francesca (Gallarate), Maria Nasi (Via Dandolo, 26 – Varese), Marina Piotti (Gallarate), Mettifogo A&G (Laboratorio di Restauro – Via Picchio, 9 – Oleggio (No), Montalto Restauri e antiquariato (Via Palestro 14/A – Busto Arsizio), Ottonovecento Galleria d'Arte (Viale De Angelis, 6a – Laveno Mombello), Restaurarte di Maura Carcano (Via Corridoni, 24 – Varese), Silbernagl Antichità e Casa D'Aste (Via Fiume, 14 – Daverio), SIGMA SNC di Marangoni & Scaltritti (Via Campiglio, 68 – Oggiona con Santo Stefano), STUDIO DI RESTAURO DI ISABELLA PIROLA (Via G. D'Annunzio, 12 – Vanzaghello (Mi), VIGNANDO ADRIANO RESTAURI (Via A. de Gasperi, 27 – Besnate).

Sabato 8 e domenica 9 ottobre, dalle ore 10.00 alle 20.00 durante la manifestazione:
Spazio Musei con la gradita partecipazione di: AREA
Mostra: Omaggio allo scultore Luigi Bennati
L'oggetto Misterioso
Angolo dedicato agli oggetti dimenticati del passato