I Musei Civici di Villa MirabelloI Musei Civici di Villa Mirabello

Villa Mirabello. Il Museo Civico Archeologico di Varese, immerso nel giardino della Villa, impreziosito da un recente riallestimento, conserva al proprio interno alcuni reperti eccezionali, gioielli dell'archeologia, poco spesso noti al grande pubblico, tutti di provenienza locale. Fin dalle origini, nel 1871, il Museo si pose lo scopo di studiare il territorio e trovò subito un grande mecenate nella figura di Andrea Ponti, che organizzò i primi scavi archeologici all'isolino Virginia.

Età del Ferro – Durante l'età del ferro, nella sua prima parte, fra IX e IV sec. a. C, la regione varesina vede la diffusione della cosiddetta cultura di Golasecca, una cultura protostorica la cui celticità è oggigiorno sostenuta dai più insigni studiosi. In particolare, a partire dal VII sec. a. C., si sviluppò, proprio grazie alla favorevole posizione geografica, la zona compresa fra Sesto Calende, Golasecca e Castelletto Ticino e venne a crearsi un centro proto-urbano. Sono soprattutto i corredi delle tombe, quasi tutte a cremazione, a ricostruire la società dell'epoca: esisteva una aristocrazia guerriera, come dimostrano non solo le armi rinvenute, ma anche le

Varese, tomba del Secondo Guerriero di Sesto Calende, armiVarese, tomba del Secondo Guerriero
di Sesto Calende, armi

bardature dei cavalli. Erano molto attivi i commerci, soprattutto con l'Etruria, ma si guardava anche al mondo celtico d'oltralpe.

Il principe – In questa società, inizialmente omogenea, velocemente sorse una gerarchia sociale: presero spazio e potere figure eminenti, i cui nomi purtroppo non sono arrivati a noi, ma che ancora una volta conosciamo attraverso le sepolture. Uno di questi è il guerriero di Sesto Calende, il cui corredo è conservato proprio a Villa Mirabello. La tomba fu portata alla luce alla fine del 1928, durante la costruzione della palestra della Casa del Balilla, su un'area prospiciente la Statale del Sempione. I dati non sono completi, causa la sommarietà dello scavo. Si può ipotizzare però una fossa lunga più di 3 metri, larga 1,5 all'interno della quale erano contenuti l'urna funeraria ed un ricchissimo corredo. I vasi in ceramica erano ben ventiquattro, fra cui coppe su alto piede, scodelle, un boccale decorato da figure umane, forse danzanti, a

Disegni delle due situle delle due tombe di guerriero. A tomba dDisegni delle due situle delle due tombe
di guerriero. A tomba del 1867;
B tomba del 1928

braccia e gambe divaricate e un guttus a forma di anatra, usato per versare liquidi preziosi.

Eccezionale è il vasellame bronzeo. Fra tutti i pezzi si distingue una situla, grosso contenitore troncoconico, alta 57 cm, elemento più di prestigio che funzionale, decorata a sbalzo: in quattro fasce si susseguono borchie, uccelli, ancora borchie ed una scena di duello e sacrificio. Sicuramente la decorazione ha un valore simbolico, il sacrificio può indicare il ruolo del principe guerriero, garante del rito. Così come senza dubbio è simbolico e legato al culto un carrettino in bronzo, di cui si conservano il piano rettangolare e i pendaglietti.

Parecchie sono le armi, di assoluto valore gli schinieri: a forma anatomica, di origine greca, rendono in modo accurato il muscolo del polpaccio e la loro deposizione in contesti tombali trova confronti nel mondo etrusco, presso i Piceni e gli Umbri. Sempre legato all'ambito militare è il carro a due ruote, di cui nella tomba rimanevano i cerchioni in ferro delle ruote, i mozzi per coprire i raggi e addirittura i morsi con montanti e ganci per le redini di due cavalli. Si tratta di un corredo molto ricco, chiaramente pertinente ad un personaggio di rango, che possedeva un carro da guerra con cavalli, armi e oggetti ricercati. Lo studio dei materiali permette di datare la tomba fra la fine del VII e l'inizio del VI sec.a.C., periodo di grande sviluppo per l'area ticinese.

Anzi no, i principi. Ma questo ritrovamento è il secondo. Esattamente nel 1867, sempre a Sesto, nel fondo denominato "La Castiona" venne alla luce una prima tomba di guerriero: ancora una fossa al cui interno si trovavano vasi in ceramica, una situla, schinieri anatomici, spade ad antenne. La datazione proposta per questo primo guerriero è di poco precedente al secondo, una generazione. Data anche la relativa vicinanza fra le due sepolture e la ricchezza di entrambi i personaggi è bello pensare a due esponenti di una stessa dinastia, magari anche padre e figlio, uniti in vita ma anche nell'eternità.