Bard – Il Forte, dal 29 novembre, dedica un grande omaggio a Fernando Botero, uno degli artisti più riconoscibili e amati del Novecento, con un progetto espositivo di respiro internazionale che porta in Valle d’Aosta oltre cento opere tra dipinti, disegni, acquerelli, sculture e materiali inediti provenienti direttamente dalla collezione dell’artista. La mostra, realizzata in collaborazione con 24 Ore Cultura e con la Fernando Botero Foundation, è curata da Cecilia Braschi e si intitola “Fernando Botero. Tecnica monumentale”, un titolo che sintetizza il cuore dell’intero percorso: la centralità della pratica tecnica come struttura portante e identitaria del linguaggio boteriano.

A poco più di un anno dalla scomparsa del maestro colombiano, avvenuta il 15 settembre 2023, il Forte di Bard propone un viaggio completo attraverso oltre sessant’anni di attività, dagli esordi degli anni Quaranta del Novecento fino alle ultime opere realizzate a Monaco tra il 2019 e il 2023. Un’occasione preziosa non solo per rivedere i grandi classici del suo immaginario visivo, ma anche per scoprire lavori mai esposti prima: opere giovanili ancora poco note, schizzi preparatori, materiali che permettono di entrare nel laboratorio creativo di un artista che ha reso la monumentalità un tratto distintivo e poetico del proprio stile.

Rinomato nel mondo per le sue figure dalle forme piene, morbide, generose, Fernando Botero non fu soltanto un pittore iconico, ma anche un instancabile sperimentatore. Nel corso della sua lunga carriera ha attraversato con naturalezza e rigore le tecniche più diverse: acquerello, pastello, olio, affresco, disegno a carboncino, inchiostro o bistro, fino alla lavorazione del marmo e alla fusione del bronzo. La mostra mette in luce proprio questa poliedricità, mostrando come ogni tecnica concorra a costruire l’identità inconfondibile della sua poetica.

Botero si dichiarava apertamente erede degli artisti del Rinascimento, convinto – come loro – che un vero artista dovesse misurarsi con più linguaggi. Per lui, il disegno era la struttura, la pittura la pienezza, la scultura l’espansione nello spazio. La forma, il volume, il senso di equilibrio tra ironia e misura sono il filo rosso che attraversa tutti i suoi lavori: ciò che nella pittura trova vigore attraverso i grandi accordi cromatici, nella scultura si traduce in una fisicità dilatata e potente, mentre nel disegno diventa precisione assoluta della linea.

La mostra sottolinea come Botero abbia elevato ogni mezzo espressivo – anche quelli tradizionalmente associati a piccoli formati, come l’acquerello – a una dimensione monumentale. Ne sono esempio i grandi disegni su tela, i fogli di carta amata ruvida e maculata acquistata appositamente in Messico, fino agli ultimi acquerelli su tela applicati sul retro del supporto non preparato per ottenere una resa cromatica più dolce, quasi vellutata.

Allestita negli spazi delle Cannoniere del Forte, la mostra si articola in sette sezioni tematiche che abbracciano tutti i nuclei principali dell’opera di Botero: dalla natura morta al nudo, dalla scena di genere al ritratto, dal rapporto con la storia dell’arte alla dimensione politica, fino alla celebrazione delle feste, del folklore e delle radici popolari.

Accanto alle grandi tele finite sono esposti per la prima volta alcuni schizzi preparatori provenienti dalla sua collezione personale: materiale raro, che restituisce al pubblico la visione di un artista rigoroso, lento, metodico, fedele a un processo di elaborazione che non lasciava nulla al caso. Tra le opere più significative figurano “Autoritratto con Arcangelo” (2015), in cui Botero si rappresenta nel gesto del dipingere, e importanti interpretazioni di soggetti classici come Leda e il cigno, Venere e Il ratto di Europa. Opere che testimoniano il suo continuo dialogo con la tradizione iconografica occidentale.

Non manca la dimensione più impegno civile, con lavori come “Terremoto” (2000), una scena che mette in luce la capacità dell’artista di affrontare temi drammatici senza rinunciare alla potenza iconica che caratterizza il suo stile. Per Botero, l’arte era sempre un atto d’amore: per la bellezza, per le persone, per la memoria, per la vita.

Una delle qualità più affascinanti di Botero è la coerenza del suo percorso: più di sessant’anni di lavoro animati da una ricerca continua sulla forma, sulla luce, sulla relazione tra spazio e colore. L’artista ha approfondito con passione la storia dell’arte, soprattutto italiana, e ha studiato materiali e tecniche antiche, prediligendo quelle più affidabili e durature. Allo stesso tempo ha saputo reinventarle, sperimentando, modificando, adattando ogni processo alle necessità del proprio linguaggio.

Il percorso espositivo invita i visitatori a entrare nella sua bottega ideale, a scoprire come un’idea prendesse forma attraverso il disegno, si traducesse in pittura e si amplificasse nella scultura. Il pubblico può così cogliere la costruzione interna dell’opera, il metodo, la disciplina, ma anche la leggerezza che caratterizza la sua visione del mondo: uno sguardo ironico, empatico, umano.

L’esposizione, corredata da un catalogo, rimarrà in calendario sino al 6 aprile. Orari:
martedì-venerdì 10 – 18, sabato, domenica e festivi 10 – 19.