La Galleria Marini presenta, a vent'anni della scomparsa, un omaggio alla figura di Giovanni Testori, con un percorso espositivo di pittori frequentati e stimati e a proposito dei quali il noto critico ha scritto sia sul Corriere della Sera che per apparati critici.
Fra questi compaiono Morlotti a cui Testori ha dedicato, accanto a Willy Varlin, numerosi testi.

La preziosità della mostra, dallo specifico e sintetico titolo "A Giovanni Testori", comprende anche sue opere, fra queste il carnoso e vivido "Lilium" del 1972 (acrilico su tela), espressione di pulsante vitalità.
Subito dopo, scorrono "Bagnanti" (1989) e "Rocce" (1985) di Ennio Morlotti. Nella prima opera i corpi in simbiosi con il terreno paiono pietre animate e nella successiva, le rocce assumono una animosità simile a figure in movimento.

Di nuovo corpi come in "Prigioniero", orgogliosa, statica

scultura di Giovanni Paganin, (bronzo del 1955) o nella lieve ed elegante danza della "Ballerina" (bronzo del '59) di Luigi Broggini.
Nell'emblematicità di "Nello studio", opera eseguita a pastelli da Giangranco Ferroni, si riassume la negazione dell'artista ritrattosi di spalle, la cui fisionomia frontale appare nella figura presente sul cavalletto.

Il numero delle opere in mostra, la sapiente scelta espositiva, il prestigio dei nomi richiederebbero un infinito tratto descrittivo.
A tal punto, affideremo l'ideale chiusura del percorso alla "Crucifix figure" (cast in silver, 1964) di Grahm Sutherland e all'olio su tela del 1966 di William Congdon, dove il "Cristo risorto", è colto nell'atto di elevazione avvolto nel candore di una tunica bianca.

Omaggio "A Giovanni Testori"
Milano – Galleria Marini, Via Andrea Appiani 12
Fino al 1 febbraio
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30
sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
Ingresso libero