In occasione del compleanno de Lo Squalo, fino a fine anno proporremo, una volta al mese, la recensione di un film che vede protagonisti i predatori degli abissi.
Iniziamo con
“Paradise Beach. Dentro l’incubo” di Jaume Collet-Serra
Non è l’unico, lo Squalo di Spielberg, a presidiare gli oceani.
In “Paradise Beach. Dentro l’incubo”, titolo originale “The Shallows”, per la regia di Jaume Collet-Serra, sceneggiatura di Antony Jawinski, lo attende un degno collega, lo squalo bianco che avvista la giovane surfista Nancy, interpretata con maestria da Blake Lively, unica presenza sulla scena per l’intera durata della pellicola.
Pur trovandosi a soli 200 metri dalla riva, sarà braccata costantemente dal predatore.
L’idea di spiaggia oceanica incontaminata come paradiso terrestre è costantemente sovvertita.
A volte il demoniaco per attrarre a sé la preda, si contorna di scenari idilliaci, inoltre il regista mette in atto l’eterno confronto tra istinto e ragione.
La giovane donna farà di necessità virtù, mettendo in atto tutte le strategie in suo possesso, aggrappandosi a una megattera sino ad approdare fortunosamente su un atollo trovando il tempo di prendersi cura, oltre che delle proprie, anche delle ferite di un gabbiano; misurando il proprio dolore con le sofferenze altrui.
Che fine farà la tavola da surf ?
Poco importa saperlo se si porta a casa la pelle, via una tavola se ne acquista un’altra. Il quesito fondamentale è scoprire se la giovane surfista riuscirà a tornare da dove è partita sana e salva.
Mauro Bianchini









