Vi sono romanzi cadenzati da frammenti poetici, da annotazioni simili a un diario da appunti buttati lì in attesa di essere ripescati all’occorrenza.

Tali componenti innervano armoniosamente “La pioggia tiepida” di Tonino Guerra

Da sempre in Tonino Guerra alberga l’anima del poeta.

L’autore si muove in spazi sconfinati mettendo in evidenza come ciò che poteva apparire spiazzante per un occidentale risulta verosimile nella Russia di metà Ottocento, come un generale in congedo che ha un cane a fargli da attendente e con il quale dialoga e chiede consiglio.

Accomodati su un terrazzino che dà sulla Piccola Nevska  ne seguono il flusso.

Su quel palcoscenico si alternano altri personaggi pronti a svelare desideri e speranze.

Mettendo in atto una ricerca sul tempo perduto, Tonino Guerra, apre a scenari intimi dove ogni personaggio rimpiange il proprio vissuto, senza riuscire a volgere lo sguardo verso un futuro carico di aspettative.

“La pioggia tiepida” attua il miracolo di mettere in comunione due linguaggi apparentemente discordanti, dove il colonnello sarà compreso dal suo cane che a sua volta intenderà chi gli sta vicino, entrambi accarezzati dal lieve cadere di una pioggia tiepida.

 

Tonino Guerra – “La pioggia tiepida” (AR.TE Edizioni, pp.120, Euro 13).

 

Mauro Bianchini