Verbania – Quasi dissonante, eppure possibile. Lei introspettiva e intensa. Lui giocoso e sperimentatore.

Ugo Nespolo e Alda Merini hanno condiviso un’amicizia profonda, culminata in diverse opere che uniscono la pittura alla poesia. Un esempio significativo è il volume “Eternamente Vivo” che presenta poesie e serigrafie.

Alda Merini viveva la poesia, prima ancora di scriverla. Per questo spesso “dettava” i suoi versi, per un’insistente necessità interiore, per un’ispirazione che poteva nascere in qualsiasi momento. E forse proprio questa inesauribile urgenza creativa la legava all’amico artista.

Il titolo della mostra, “Universo Nespolo”, aperta fino al 28 settembre, esprime la complessità e la ricchezza dell’opera di un maestro che si racconta a partire dalle sue molteplici attività: pittore, fotografo, scultore con materiali quali il legno, il vetro, la ceramica, regista cinematografico, autore di libri d’artista, ideatore di immagini per la comunicazione.

Attraverso le quattordici sezioni allestite a Villa Giulia, si ripercorrono 60 anni di attività, dalle prime incursioni nei territori dell’arte povera e concettuale, ben presto abbandonati giacché Nespolo adotta un suo linguaggio peculiare, in cui declina stilemi della Pop Art e memorie di esperienze futuriste.

Negli anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi. Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano; assieme a Mario Schifano, Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia e tra il 1967 e 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana.

Nei tardi anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”.

In aggiunta a evidenti citazioni della figurazione futurista, Nespolo ha sempre richiamato la tipica volontà dell’Avanguardia italiana – e in particolare di Fortunato Depero – di essere fortemente pervasiva, di toccare tutti gli ambiti della società, portando l’arte nella vita. Dal “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” del 1915, infine, discende il multiforme interesse per ogni settore creativo.

Tuttavia, Nespolo resterà fedele alla scelta, del tutto personale e fondamento della sua poetica, di fare emergere nei suoi lavori l’ironia, il divertissement, la memoria dei giochi dell’infanzia, segmentando e ricomponendo, secondo la tecnica del puzzle, le sue visioni.

Assecondando l’inesauribile spinta sperimentale dell’autore, la mostra propone una serie di sale dedicate al tema del numero, della logica e della sezione aurea; un’intera stanza è destinata alle fotografie realizzate a Manhattan. Esposti anche i costumi, i modelli e i bozzetti delle scene che Nespolo ideò nell’ambito dell’opera lirica, per commissioni giunte da New York, Parigi, Roma e non solo.

Clara Castaldo