Semplicemente uno dei più grandi artisti contemporanei in mostra. Stiamo parlando dell’esposizione in corso a Villa Panza, “Long light. Sean Scully a Villa e Collezione Panza”, curata da Anna Bernardini e visibile fino al 6 gennaio 2020. Oltre ottanta opere tra dipinti, sculture, fotografie, installazioni e video del maestro del colore e della luce che si riconferma uno dei principali interpreti della scena pittorica contemporanea. Sean Scully, infatti, è un artista che ha scelto l’arte astratta per mostrare il tutto nella parte, il tempo nell’istante. Ci si accorge subito quando si entra nello spazio espositivo e appaiono le sue opere: tutto e nulla accadono in quell’istante. Gli occhi vengono attratti dalle forme, dalle geometrie, dal colore, dall’utilizzo dello spazio, dalla materia sulla tela. Apparentemente disarmoniche, le parti si strutturano in un sapiente equilibrio cromatico e luminoso. Il tempo si ferma in quell’istante e le sue opere rivelano una profondità che apre ad un diverso modo di pensare, decontestualizzato dall’opera stessa.

I soggetti della sua pittura, quasi un’ossessione, sono le relazioni. Relazioni che hanno causato la crisi storica, umana, mondiale. L’arte è obiettivamente un modo per rimediare ai problemi del mondo; e lui sicuramente è capace di creare consapevolezza attraverso il suo lavoro. I suoi dipinti rappresentano, infatti, relazioni che si costruiscono e decostruiscono continuamente. Ne ritroviamo la bellezza, la sofferenza, la piacevolezza, la gioia, la tristezza, il dolore. Come un demiurgo crea e disfa, rompe e ricongiunge, distruggendo l’idea che tutto sia fisso ed inevitabile; tutto è possibile in altre configurazioni mentali o materiali che siano. La prova è nelle vite di ciascuno e nel saper cogliere quel punto di vista che ci innalza a visioni ribaltate dell’esistenza. La relazione si costruisce nell’idea della trasformazione, che sia materiale o immateriale. Ma, d’altronde, la stessa fisica è trasformazione; l’essere umano è trasformazione. E proprio l’essere umano ha il potere di cambiare le cose: una semplice quanto incredibile idea. Sean Scully non è un artista estremamente tecnologico, predilige elementi semplici: la terra, le pietre che lui stesso trasforma in polvere e che come pigmento colorato utilizza poi per dipingere immagini significative. L’interpretazione stessa diviene atto trasformativo ed artistico che implica abilità, talento e necessità. Le relazioni sono trasformazioni che si compongono come pezzi di un puzzle, andando a formare uno spazio mentale ben preciso: lo spazio della libertà. La libertà è immaginazione sopra qualsiasi altra cosa. L’immaginazione è ciò che permette di pensare, di sopraelevarsi rispetto ad una determinata situazione o contesto per cambiare prospettiva.

Scully lo mostra attraverso l’astrattismo perché è un linguaggio universale e comprensibile a tutti senza distinzione di età, sesso, nazionalità. La sua è un’arte semplice ma estremamente affascinante al contempo. Le sue opere esprimono mondi spaziotemporali che si possono definire universalità soggettive. Un punto di vista individuale che diviene collettivo e in cui ogni persona si può ritrovare. È arte senza compromesso, senza sollievo, senza distensione e trasmette il senso della creazione continua.

Nel modernismo, l’astrattismo ha posto le basi delle future possibilità nella nozione di forma e lui lo fa attraverso forme semplici che organizza e assembla. È un’arte che piace tanto ai bambini perché ne comprendono la struttura e la flessibilità, come il gioco dei lego. Non c’è una fine, racchiude il potenziale infinito nel finito. Mentre altri contemporanei cercano un soggetto, una storia, una fine concettuale, una risoluzione, Scully ricerca solo due cose: libertà di astrazione e forma. La relazione è emozione articolata poeticamente e non meccanicamente, per non privare delle possibilità di evoluzione l’essere umano. Nei suoi dipinti i bordi non sono precisi e netti ma morbidi, liberi. È l’aspetto potente della sua pittura. Lui dipinge le cose come vengono, tutte insieme. L’umano problema dei fenomeni, le persone, le cose appaiono insieme. Scully non dipinge per scelta ma per necessità. Quando pittura, usa la materia e il colore con un action painting estremamente erotico e sensuale. I bordi dei suoi dipinti sono emozionali, proporzionati, erotici, terreni, sensuali. I colori si toccano e si fondono insieme, si intrecciano, si spingono, si uniscono, imitano le azioni umane. Sessualità e amore, amore dell’altro, amore del mondo sono la gioia dell’esistenza e sono parti disarmoniche della bellezza dell’essere umano perché «la disarmonia – così scrive Scully – è molto più interessante: è un’affermazione di vita molto più dell’armonia, perché alla fine, nel corso della storia, trasformiamo sempre la disarmonia in armonia».

Daniela Gulino

LONG LIGHT. SEAN SCULLY A VILLA E COLLEZIONE PANZA
Informazioni: dal 18 aprile 2019 al 6 gennaio 2020, Villa e Collezione Panza – Piazza Litta 1, Varese
Orari di apertura: tutti i giorni – esclusi lunedì non festivi – dalle ore 10 alle 18(chiusura biglietteria alle 17.15).
Ingressi:
Intero: € 15,00
Iscritti FAI: € 6,00
Studente (19 – 25 anni): € 10,00
Ridotto (bambini 6 – 18 anni): € 7,00
Speciale famiglia (2 adulti + 2 bambini): € 32,00
Gratuito fino ai 5 anni
www.scullyforvillapanza.it