Una Biblia pauperum tardomedievale, fra vita quotidiana, tradizioni e aspetti sociali in un villaggio ticinese. Stiamo parlando degli affreschi in San Michele a Palagnedra firmati da Antonio da Tradate, (ca 1465 – 1511) pittore ticinese di origine italiana annoverato nel gruppo dei cosiddetti "artisti dei laghi".
Il saggio, licenziato da Renzo Dionigi (presidente dellʼInternational Research Center for Local Histories and Cultural Diversities), ed edito da Nomos Edizioni, tratta l'argomento in modo rigoroso e al tempo stesso accattivante, grazie anche al ricco apparato di illustrazioni.
"Anche chi non può rivendicare una preparazione specifica nel quadro della storia dellʼarte – scrive Giuseppe Chiesi – , è
attratto dallʼimpianto del testo, che conduce il lettore a conoscere il villaggio e soprattutto quello straordinario retaggio di immagini conservate nella sagrestia della chiesa. Il percorso lo porta poi a individuare i luoghi e le mani del maestro locarnese che ha dipinto chiese ed edifici civili nel territorio subalpino, a ripercorrere le fasi dello scoprimento e del restauro. Con un occhio attento e con intento pedagogico, lʼautore descrive minuziosamente ogni angolo dipinto, agevolando la lettura delle figure, lʼidentificazione del sostrato simbolico, lʼapprezzamento dellʼopera."
I primi capitoli delineano la storia del villaggio di Palagnedra, nel locarnese, adagiato "su un ampio pianoro lungo il versante meridionale delle Centovalli, in un suggestivo paesaggio di verdi prati fioriti e lussureggianti boschi", i cui abitanti, sin dal XV secolo, annualmente, in segno di devozione, partivano indossando pittoreschi costumi per recarsi al Sacro Monte di Varese. La chiesa di San Michele costituiva la parrocchiale.
Dopo aver inquadrato la figura di Antonio da Tradate e ricostruito le fasi del restauro compito da Carlo Minazzi nel 1966, si arriva al cuore dell'opera, all'analisi cioè degli affreschi dell'antico coro della chiesa.
La volta è a crociera ed ospita nelle quattro vele Cristo con i simboli degli Evangelisti, i Dottori della Chiesa, S. Michele tra i santi Maurizio ed Abbondio. Sulla parete orientale è raffigurata la Crocifissione che sovrasta l'allegoria di due mesi, sulla parete nord Cristo che porta la croce, la Veronica, Profeti, Apostoli e l'allegoria di cinque mesi. Sulla parete sud si vedono Cristo nell'orto, Profeti, Apostoli e quattro mesi. Sotto l'arco trionfale, entro tondi, alcuni Profeti a mezzo busto.
L'attribuzione ad Antonio da Tradate è messa in relazione ad un lacerto di affresco, purtroppo solo in parte ancora leggibile, sotto la Crocifissione, che in origine conteneva i nomi dei committenti, del pittore e la data di esecuzione.
L'effetto di insieme degli affreschi è di grande suggestione per la freschezza e l'armonia delle immagini; le figure rappresentate si impongono per la loro impressionante presenza fisica in cui i panneggi non descrivono le forme anatomiche, ma attraverso le pieghe delineano motivi ornamentali e simmetrici.
Le allegorie dei Mesi alla base dei dipinti descrivono le attività dei vari periodi dell'anno e rappresentano un altro elemento tradizionale della pittura popolare quattrocentesca, non solo ticinese.
Il volume si chiude con una serie di apparati che favoriscono la consultazione e invitano ad ulteriori approfondimenti: oltre ad elencare le opere di Antonio da Tradate viene fornita una Bibliografia aggiornata, indispensabile strumento per chi volesse esplorare ulteriormente questo artista e le espressioni artistiche del periodo.

Gli affreschi di Antonio da Tradate in San Michele a Palagnedra
di Renzo Dionigi
Pagine, 104
Nomos Edizioni