Mentre il tempo scorre lentamente nelle pieghe del colore, il dipinto diventa un registratore di impressioni sensibili nel quale la mano dell'artista sembra evocare la suggestione del sogno, liberando una luce rarefatta di turneriana memoria. Una mano che crea accarezzando pigmenti cromatici in un gioco di rimandi in cui il cielo si confonde con la terra.
Quando si osservano le opere di Ester Negretti si coglie immediatamente una sensazione di empatia che traspone il punto di vista dell'osservatore all'interno del quadro. Il dipinto diventa così un "luogo" vero e proprio in cui sembra possibile muoversi. L'intenzione dell'artista è appunto quella di accorciare le distanze tra opera e osservatore, intessendo una sorta di interazione dialogica.

"Ester, come sintetizzeresti la tua formazione artistica?"
"La mia formazione non rispecchia il classico percorso accademico di chi si consacra a questa disciplina, è piuttosto un cammino in cui ho lasciato crescere liberamente le mie prerogative artistiche senza imposizioni preconcette o rincorse ad ambiziosi obiettivi. Forse è proprio per questo che sono riuscita a fare della pittura il mio lavoro".

"Come definiresti la tua ricerca stilistica dovendone individuare un tratto caratterizzante?"
"Per me ogni tela rappresenta una tappa di un discorso più vasto e soprattutto per quanto riguarda la serie "paesaggi astratti" di prossima esposizione, cerco in qualche modo di attingere da un vissuto concretamente sedimentato. Questo può rispondere genericamente alle proprie radici, ma attualizzato continuamente in un progetto ontogenetico di definizione del reale. Mi piace pensare che questi siano paesaggi che nascono dalle macerie, da una forza incandescente e catalizzante che si trasfigura in una voglia di rinascita".


"Nei tuoi dipinti si osserva spesso un atmosfera crepuscolare che coinvolge inevitabilmente la scelta dei colori impiegati. Che significato risiede dietro a questa scelta?"
"E' vero ho una predilezione per certi orari della giornata, ma più che una scelta ponderata rispecchia un mio modo di essere e di sentire. Il rapporto con elementi materici riconducibili alla terra va poi naturalmente a connotare il dipinto anche a livello cromatico".

A volte accade osservando in momenti successivi le tele della Negretti, di cogliere qualcosa di diverso, quasi come se le opere ad una seguente osservazione ci potessero dire qualcos'altro.
Queste diventano portatrici di un senso mutevole, non determinato quindi una volta per tutte. In questo senso si può parlare dell'opera come "specchio" e riflesso del mondo interiore dell'osservatore.

"Se potessi esprimermi con le parole lo farei. Invece dipingo".
Ester Maria Negretti

Per chi volesse approfondire la scoperta dell'artista, si segnala la prossima personale presso la Galleria Lazzaro in via Cenisio 50 a Milano, dal titolo Ester Maria Negretti -Dialogo Figurativo Astratto ( dal 13 Marzo al 5 Aprile )
Orari mostra: da martedì al sabato 9.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00
Contatti: www.esternegretti.cominfo@esternegretti.com